Ehi! Ciao…
Qui è Panina.
Questo… è un piccolo sfogo scritto in un attimo di straordinaria stanchezza, un piccolo momento di caotica quiete.
So che non sono una scrittrice sensazionale e mi dispiace se affliggo il mondo con tutto quello che scrivo.
Ma le parole sono vere. Sono reali.
Molti hanno conosciuto Antonella per la prima volta dalle sue parole “depresse”.
Vorrei che la conosceste anche nella sua versione, come avrebbe detto lei, “felicia”, che era quella che mostrava al mondo intero.
Non so scrivere come lei, sicuramente sarò molto meno efficace, ma spero di darvene una idea. Sono convinto che sia una idea condivisa da tutti coloro che la amavano, ed ancora e per sempre l’ameranno.
Vorrei raccontarvi di Antonella sopratutto attraverso le cose che amava.
Il 28 Novembre 2017 Antonella ha deciso di andare via, non ce la faceva più, si è suicidata. Era assurdamente convinta che a nessuno importasse di lei.
“È difficile continuare, ogni cosa fa male e sono sicura che dopo un periodo di assestamento a nessuno importerà della mia morte”
Ci ha lasciato delle lettere personali, dove si è preoccupata di dirci che non era colpa nostra. Avrebbe potuto dire qualsiasi cosa, o semplicemente andarsene in silenzio. Ha impiegato invece le sue ultime ore per dirci che ci amava. Non ha dato a nessuno la colpa di quanto stava facendo.
Ha anche scritto per lei parole di odio ingiusto, senza alcun senso:
“ Odiata me. Mi sei sempre stata sulle scatole. I tentativi di metterti sotto una buona luce sono tutti falliti. Sei orribile. Egoista. Brutta. Poco atletica. Idiota. Pigra. Non ti impegni né in quello che ti piace né in quello che non ti piace né in quello che devi fare. Sei antipatica e falsa. Per questo mi mancherai così tanto.”
Ha scritto di aver “urlato” la sua sofferenza, ma non è vero, non ne ha MAI fatto parola, né ha mai avuto nessun comportamento sospetto, o che potesse essere interpretato come una richiesta di aiuto.
Forse si aspettava che noi tutti fossimo capaci di capirla anche senza parole o gesti, forse non voleva che ce ne accorgessimo perché per qualche motivo se ne vergognava, forse pensava non ci fosse speranza di avere aiuto, forse era sicura di riuscire da sola a sconfiggere la sofferenza.
Il vero motivo lo ignoro, probabilmente non lo sapremo mai.
Vorrei concludere riprendendo alcune sue parole:
Se anche tu ti senti come si sentiva lei, depressa, senza futuro, sola, PARLA, GRIDA, FATTI SENTIRE, assicurati che ti abbiano capito e capito bene.
Nessuno è capace di salvarsi da solo dalla depressione e dalla disperazione profonda.
Se Antonella avesse parlato anche solo una volta avremmo potuto aiutarla.
Come ha scritto una sua compagna di scuola:
“Rifugiatevi in ciò che amate, cercate il conforto, non chiudetevi. Urlate. Urlate fortissimo, sbattete le porte, picchiate qualcuno ma cazzo, ditelo. Non sto bene, URLATELO.
C’è chi potrebbe aiutarvi. Non siete errori, difettosi, siete umani.
Vivete.”
Ho qualche perplessità sul picchiare qualcuno, ma se poi gli spiegate perchè potrebbe anche andare bene…in casi eccezionali!
Inoltre, se qualcuno ti ha confidato di sentirsi solo, di peso per il mondo, depresso o senza alcun futuro possibile indirizzalo verso chi può aiutarlo, incoraggialo a parlare, non sottovalutare la sua sofferenza, anche se ha solo 13 anni.
Potresti fare la differenza.
Domenico
4 Comments
Da quello che scrivi ho la sensazione che gli anni di Antonella siano stati sì pochi, ma certamente non vuoti: è riuscita a farci stare dentro tanta bellezza, tanto amore e gioia…Grazie di avercela raccontata! “Uscire allo scoperto” e condividere le nostre storie è sempre un piccolo sollievo.
Anna hai ragione, è stata un turbine di energia e vitalità e bellezza… come sembra strano dirlo ora.
Era il mio, il nostro “primo motore”.
Adesso c’è un vuoto assurdamente enorme, una mancanza tanto grande che non riesco a comprenderla con il pensiero. E’ la sua mancanza nel presente, dolorosissima, ma anche o forse soprattutto la mancanza del suo futuro, di quel futuro che si è e ci ha negato, e che avevamo tanto immaginato fin da quando abbiamo saputo di lei nell’ Aprile 2003. E’ la mancanza del suo amore.
Farla conoscere ad altri e non far morire il suo pensiero è quel che mi da quel piccolo sollievo di cui parli. Spero che chi la conosce non la dimentichi presto.
Caro Domenico, la tua forza traspare dalle tue parole.. Io sono mamma di un ragazzo di 15 anni e figlia di un uomo di 81 che si è suicidato. Ti sono immensamente vicina.. Vorrei abbracciarti e dirti che il dolore passerà, ma non è così. Ci si abitua forse o s’impara a conviverci. Ma sii forte, sono sicura che sei un uomo fantastico. Con grande vicinanza di cuore. Vera
Grazie Vera. Spero di imparare a convivere con questo dolore continuo, e spero succeda il prima possibile, perché che non passerà mai ne sono certo. Qualche passo in avanti l’ho fatto, ma c’è molta strada da fare. Un abbraccio. Domenico