Questo è il punto della mia storia e del come ne sto abbozzando altri: uno è più vicino, l’altro è confusamente sbiadito, uno è una riga più in basso… non c’è un punto giusto o un punto sbagliato, c’è solo il mio tempo per riemergere, il mio modo di essere una sopravvissuta.
Mi chiamo Jessica e la mia vita si è improvvisamente fermata il pomeriggio del 29 Settembre 2016, avevo 28 anni e il mio compagno Riccardo con il quale convivevo da 8 anni ne aveva 27.
Non vorrei dire che un giorno si è alzato e ha deciso lucidamente di acquistare una pistola e premere il grilletto ma invece è così; vorrei dire di non aver capito nulla, ma non è vero.
Ho avuto giorni e mesi per pensare a quel giorno e ai giorni precedenti quel capolinea, c’erano alcuni segnali che stupidamente non avevo colto come avrei dovuto: frasi lasciate a metà come se non ci fosse un futuro (come se la sera successiva non si potesse vedere una scena aggiuntiva di un film finito la sera precedente al suo addio); erano lievi sfumature, ma c’erano.
Mai avrei immaginato arrivasse a tanto, mai.
Era un altalenarsi tra questo e il parlarmi di progetti futuri, come se un futuro ci fosse davvero.
Ricordo la rabbia, una rabbia viscerale mai provata prima.
Il forte desiderio di svegliarmi al mattino senza ricordi dei miei ultimi nove anni, l’unico modo per smettere di stare male, avrei voluto avere un enorme gomma per cancellare il passato.
Ricordo i pianti, le lacrime che non smettavano di uscire, il non riuscire a guardare negli occhi chi lo conosceva perchè mi ritenevo “colpevole” per non averlo protetto da se stesso.
Ricordo i vestiti che in poco tempo mi stavano più larghi.
Le passeggiate quotidiane in mezzo al verde che mi permettevano di scaricare la rabbia giusto quel poco per non esplodere.
La pace che riuscivo faticosamente a raggiungere per un’oretta solo verso sera.
Un dolore e un peso al petto che mi hanno accompagnata per mesi e che, alla fine, sono andati via solo con l’amore di un’altra persona.
L’amore come unica cura: l’amore che famiglia, parenti e amici hanno messo nelle loro parole calibrate, nei loro abbracci e nel non lasciarmi mai sola.
L’amore per i miei gatti e cani che non mi ha fatto compiere lo stesso errore di Riccardo.
L’amore di un nuovo uomo al fianco che capisce il tuo dolore e ti solleva l’anima ogni volta che può.
E’ passato un anno e mezzo ma scrivere queste righe mi lacera ancora il cuore, non è guarito ma ho imparato a mettere in pausa i ricordi e a respingerli quando fanno troppo male.
Di nuovo, l’amore è l’unica salvezza e in questo caso è l’amore per se stessi: un sano egoismo che aiuta ad andare avanti.
Riccardo era un bonaccione amante della musica progressive, delle chitarre, della birra (rossa) e del buon cibo, dei suoi falchi, della pesca con gli amici e del suo lavoro in mezzo alla campagna. Eppure non è bastato, nel suo caso ha vinto la paura di soffrire e di avere una terribile malattia che secondo lui lo stava logorando dentro. Il dolore che non voleva affrontare e la paura di far del male a chi gli voleva bene. E, forse senza rendersene conto, ne ha causato molto di più, pensando forse di risolvere la situazione per tutti.
Ho letto e riletto la lettera che ha scritto per me prima di premere quel maledetto grilletto, perfettamente scritta nella sua migliore calligrafia, senza un solo errore, a volte anche ironica.
Ho cercato tra le righe più di quanto ci fosse scritto perchè non mi bastavano le sue risposte e non mi bastava il suo “ti amo” e il suo volermi felice, in una nuova vita, in un nuovo amore. Cercavo risposte specifiche, cercavo tutto quello che c’era nella sua testa ma che non ero riuscita a percepire. E alla fine mi sono arresa al fatto che non potrò mai realmente sapere la realtà e che mancherà sempre un pezzo del puzzle. Quel Riccardo non era quello che conoscevo, quello che non mollava mai. Eppure è lui ad essersene andato.
Qualsiasi dubbio abbiate, anche il più stupido, lasciate che quel tarlo prenda voce e chiedete.
Non lasciate nulla in sospeso, potrebbe cambiare il futuro di qualcuno.
E sappiate che, giorno dopo giorno, quel dolore diventerà più accettabile e troverete un modo per tenerlo in una sfera in fondo al cuore. Non importa quanto ci metterete, seguite il vostro tempo ma non tentate di anestetizzare il dolore, non esiste altro modo per alleviarlo se non soffrire terribilmente.
“..sorridi ancora, ama ancora..”
dall’ultima lettera di Riccardo rivolta a me.
Jessica
9 Comments
L’altro ieri si è buttato da un dirupo il mio ex marito. Soffriva di una grave forma di ansia depressiva ma non pensavo arrivasse a questo gesto estremo. Mia figlia ed io siamo distrutte. Nonostante fossimo divorziati da 20 anni, eravamo di nuovo amici, dopo la guerra che c’era stata tra di noi. Forse l’ha fatto per il grande senso di colpa forse che mia figlia gli rinfacciava che l’aveva picchiata da bambina, lui cadde in una grave crisi depressiva fatta di alcool e psicofarmaci. Prima di uccidersi ha lasciato una lettera di addio a mia figlia chiedendo scusa per il gesto terribile che lascia un vuoto incolmabile per tutti. Prima o poi ce la faremo a dimenticare questo estremo gesto? E questa grande rabbia e impotenza che hai dentro, finirà?
Buongiorno a tutti, mi chiamo Giovanna ho quasi 43 anni ed il 12 Settembre 2017 il mio papà si è tolto la vita lanciandosi dal balcone per debiti. Io l’ho visto con tutto il cervello di fuori e scusate la crudezza di quello che ho appena scritto ma credo che condividere sia importante. Mi stó facendo aiutare da una psicologa ma non passa…mia madre e mio fratello non sono più le stesse persone, si sono coalizzate lasciandomi completamente sola, i parenti sostegno ( forse giustamente ) mia mamma e tutto il senso che avevo di “ famiglia” è distrutto. Ho bruttissimi incubi e attacchi di panico che da quando ho capito come controllare sono più “facili” da gestire ma a causa di questi faccio fatica a trovare un lavoro. Le conseguenze catastrofiche ti possono annientare ma ci vuole coraggio, io prima non riuscivo neanche a portare a spasso il cane…
Volevo solo ringraziarvi perché ascoltare non è facile ed aggiungere una bella cosa:
Nessuno muore finché rimane nei nostri cuori.
Vi abbraccio virtualmente, è durissima ma possiamo farcela ❤️
Ciao a tutti, ciao Jessica. Ciò che hai scritto è ciò che avrei scritto io. Per me sono passati solo 5 mesi e quello che vorrei ora è ricevere un segnale che lui è ancora qua con me. Sembrerò pazza, ma sento che starei un pochino meno male. E sognarlo, in un bel sogno, che mi sorride come allora, che non lo sogno mai. Sono felice per te, davvero tanto. Ciò mi fa sperare… ti abbraccio forte.
Mio marito si è impiccato in casa nostra.l’ ho trovato io e il mio bimbo che aveva 3 mesi era il 4 settembre 2018.sono sola col mio cucciolo cerco aiuto e non lo trovò.forse puoi capirmi
Cara Federica ti capisco. Il 6 di Novembre di un anno fa mia moglie si è tolta la vita con la stessa modalità. L’ho soccorsa che era ancora viva ma a nulla sono valsi i tentativi di rianimazione. La vita si fa dura dopo un evento del genere. Io non volevo più vivere. Cosa ti posso comunque dire: tu devi continuare a vivere, per te e per tuo figlio. Il sole sorge anche domani. Sembra una frase fatta, una cosa crudele, ma la vita scorre. Non fermarti, vai avanti. Posso solo testimoniare che vale la pena di continuare a vivere, sapendo che ci sarà un domani migliore. Ora a distanza di un anno ho preso la padronanza di me stesso e riesco ad essere di aiuto anche per i miei figli, mentre fino a qualche mese fa erano loro che aiutavano me. All’inizio ti mancheranno le energie, ma devi farcela ugualmente, vivi ora dopo ora e giorno dopo giorno, lasciati il tempo che ti serve per recuperare la serenità, non avere fretta. Sii paziente e compassionevole con te stessa. Te lo assicuro, vedrai che pian piano le cose cambieranno, miglioreranno. Riscoprirai le meraviglie della vita, abbi solo pazienza. Ti consiglio comunque di rivolgerti a qualche professionista, a qualche associazione di mutuo aiuto. Io l’ho fatto, lo sto facendo e ne ho tratto vantaggio. Se ti senti sola telefona a qualche tuo parente a qualche tua amica/o, non temere di raccontare le tue paure, vedrai che qualcuno che ti ascolta lo trovi. Però prima di tutto devi credere che ce la farai, tu mettici l’impegno, e vedrai che troverai molte persone disposte ad aiutarti. Se vedi nero, se pensi negativo, non lasciarti ingannare, sono stati d’animo passeggeri, vedrai che arriveranno anche l’ottimismo e la fiducia. Forza ce la farai a ritrovare te stessa.
Grazie per queste parole di ottimismo io sono ancora distrutta dopo il suicidio di mio marito
Ciao Federica. È successa una cosa simile anche a me. Mio marito si è coricato sui binari il 2 gennaio, lasciandomi sola con il nostro bimbo di due anni. Come stai sopravvivendo? Io mi sento morire, sono morta dentro, spenta.
Ciao Mariella,
anche io ho perso mio marito a luglio: si è gettato dalla terrazza condominiale,più di 20 metri…
E quella maledetta domenica io sono volata con lui.
Anche noi abbiamo una bimba di 17 mesi…
Jessica noi sappiamo cosa hai dovuto affrontare e le tue parole descrivono esattamente tutto quello che nessuno vorrebbe succedesse mai… come hai già capito l’amore per tutto quello che ti.circonda, per un uomo nuovo e di un un uomo è l’unica cosa che ti ha salvata da quel turbine di dolore che a volte provoca la pazzia.
Tieni duro perché tutti ti possono prendere come esempio, trovare un conforto leggendo e rileggendi queste righe .
TI VOGLIO BENE ???