Sono passati un anno, tre mesi e dieci giorni da quando mio marito, stimatissimo ed amato medico di famiglia, ha deciso di abbandonarci lasciandosi cadere dal decimo piano dell’ospedale in cui si recava spesso a trovare ed a rassicurare i suoi ammalati. Ha lasciato me sola ed i suoi bambini di 6, 9 e 11 anni orfani.
Quando mi hanno comunicato che avevano trovato il corpo sono rimasta scioccata ed inebetita e credo di non aver pianto. Ho sbrigato le pratiche con la polizia sotto gli sguardi pietosi delle infermiere e poi sono corsa a casa con i bambini. Sapevo che avrei dovuto dire loro subito la verità e così prima ho spiegato loro che il papà non c’era più e poi ai più grandi, che piangevano disperati, con dolcezza ho precisato che era stata una sua decisione. Stranamente ne sono stati sollevati, “avrà avuto i suoi motivi” ha commentato M.
E’ stata questa la prima di una serie, anzi di un vortice di cose durissime da affrontare: l’addio dei bambini al papà – hanno desiderato di vederlo per salutarlo un’ultima volta -ed il funerale; il mio agghiacciante senso di colpa per non aver capito cosa stava succedendo, per non essere riuscita ad evitarlo o per avere in qualche modo contribuito a questo epilogo con i miei limiti di moglie e di donna; gli sguardi indagatori della gente in cerca di risposte che non sapevo dare, le ipotesi, i commenti… . E poi le pratiche burocratiche, il rientro al lavoro e il contestato avvio del rapporto con il tribunale dei minori ( “Come era possibile che qualcuno decidesse al posto mio cosa era meglio per i miei figli dopo che li avevo generati, cresciuti e tutelati per anni? “- pensavo. In realtà la competenza del tribunale riguarda solo i beni ricevuti in eredità dal padre e non sminuisce l’importanza o la responsabilità del genitore superstite, ma in quel momento mi sembrava un affronto insostenibile)
Pur nella confusione e nella disperazione del primo periodo, mi sono state chiare, da subito, due priorità:
Ma potevo io occuparmi dei bambini ed anche di me stessa?
Con l’aiuto di uno specialista ho cercato di riprendere le briglie della situazione, di trovare delle strategie per affrontare questa nuova famiglia: a volte mi sentivo come un naufrago che stava per essere trascinato sott’acqua dai compagni di sventura/figli; altre volte invece mi sentivo una tigre pronta a combattere contro tutto e tutti. E sono andata avanti.
I bambini mi scrutavano di sottecchi cercando di capire, attraverso le mie espressioni, il senso da dare al vuoto che si era creato. Mi hanno vista piangere disperata per il dolore, per il senso di inadeguatezza e perché il papà mi manca tanto. Mi hanno vista disorientata per la nuova situazione finanziaria ed affaticata perché dovevo farmi carico io di tutti i problemi di casa Hanno capito che anch’io, come loro, avevo bisogno di affetto e di coccole: cercavo di più il contato fisico, accarezzavo la loro pelle ed i capelli, ne annusavo il profumo e loro mi hanno abbracciata e baciata come mai prima, come se il nostro legame si fosse rafforzato ed intensificato. E così mi hanno dato la carica per reagire.
A mia volta anch’io volevo scoprire cosa avevano dentro, quali pensieri od immagini li turbassero; la sera prima di andare a dormire cercavo di ritagliare dei momenti per ciascuno, in modo che al buio, nel silenzio , potessero condividere con me le emozioni e le paure. Il più piccolo mi tempestava di domande sulla morte, sull’aldilà , sul papà mentre i più grandi mi hanno fatto ben presto capire che non volevano ritornare su quanto accaduto. “E’ inutile parlarne, non c’è più niente da fare” mi ha detto A. un giorno…
Non volendo forzarli, ho cercato di approfittare delle occasioni in cui i nostri discorsi ci portavano comunque a parlare del papà e del “dentro” che bolliva in loro ; ho provato a ricostruire questo dentro osservando il loro comportamento. Nei primi mesi il più piccolo , palesemente turbato, esprimeva la sua rabbia urlando parole volgari che non gli appartenevano, esprimeva l’angoscia disegnando guerre sanguinarie piene di omini che cadevano dall’alto, esprimeva la sua paura costringendomi ad accompagnarlo ogni volta che cambiava stanza. Gli altri due invece lasciavano affiorare il loro disagio ed il bisogno di rassicurazione cantando a squarciagola canzonacce sulla morte e tormentandomi sull’inutilità ed il non senso della vita, contestando le pratiche religiose e l’idea di al di là.
Molte volte mi hanno messa a dura prova e mi è sembrata un’impresa al di sopra delle mie possibilità riuscire a seguirli tutti e tre in gruppo e ciascuno nei suoi bisogni individuali. Mi è capitato di valutare a chi avrei potuto affidarli, specie quando litigavano ferocemente, non mi ascoltavano o combinavano grossi guai. Un po’ alla volta ho recuperato serenità e sono riuscita a propormi loro come una mamma capace di dare sicurezza e di sostenere la famiglia. Li ho affiancati nella scuola, accompagnati a fare sport, sollecitati a coltivare le amicizie e portati in vacanza; li ho soprattutto sostenuti con dolcezza , abbracciandoli e condividendo il loro dolore quando l’assenza del papà si faceva sentire in modo insopportabile.
Il papà è una figura presente nel nostro quotidiano per le esperienze condivise che ritornano e per i ricordi che ci ha lasciato; i bambini mostrano per lui affetto e stima: non so come da adulti elaboreranno la scelta che ha preso, ora non è importante. Ora mi basta sentirli canticchiare, assistere ai loro sani litigi, ridere per le loro battute, vederli crescere ed affrontare con coraggio la vita e le sue difficoltà.
Margherita
85 Comments
Buonasera, io sono mauro di 52 anni
ho un figlio di 14 anni e mia moglie è morta circa tre anni fa dopo nove anni di malattia e con recidiva di metastasi epatiche che era riuscita a tenere a bada per oltre 4 anni. Durante la fase della malattia quando questa sembrava sconfitta, abbiamo trovato anche il tempo di litigare e vivere separati per circa sei mesi, pensa che stupido, che dio mi perdoni. Poi avevamo ricominciato a vivere insieme e dopo un anno inizio il lungo calvario durato 11 mesi che l’ha portata alla morte. All’inizio della malattia pregavo dio che la facesse guarire…ma poi cominciai a bestemmiare perché dio non mi ascoltava, poi durante il suo calvario pregai di nuovo dio che se non poteva guarire almeno non la facesse piu soffrire. Vorrei dire tante cose e gridare la rabbia che ho per vivere una vita sempre a farsi rincorrere dal dolore, vorrei parlare di tanto, ma non ho la forza e allora mi fermo………aggiungo solo che sono stanco tanto stanco e con pochissimo aiuto……
Mi sento vicina alle persone che hanno perso il coniuge per suicidio, perchè è successo anche a me, un anno e mezzo fa. Ancora non riesco a parlarne, anche se ho due figli e sono stata costretta a dir loro che il padre non c’è più…. la serenità dei miei figli è l’unica cosa che mi interessa……. Mi pervadono sentimenti contrastanti, soprattutto la sua mancanza e i sensi di colpa…….. Soffro di piu quando penso ai nostri momenti felici e a che bella persona fosse….. un po’ meno quando ricordo la sua sofferenza, quando ricordo come la depressione lo stesse cambiando………
Buongiorno a tutti. Il 28 ottobre la mia compagna, dopo 7 anni e mezzo di storia e 4 e mezzo di convivenza si è suicidata davanti ai miei occhi, quella sera le ho tolto il coltello dalle mani mentre cercava di tagliarsi le vene e l ho tolta la prima volta dalla finestra da cui già aveva una gamba fuori… abbiamo iniziato a piangere e mentre chiedevo le altre finestre e tapparelle lei ha aperto quella della sala e mentre correvo avendo capito l ho vista volare giù dal 3 piano… mi sono ritrovato in strada con lei tra le braccia, ho provato massaggio cardiaco e respirazione…. ma dopo 12 ore in ospedale ci ha lasciato…. Una ragazza bellissima,con un lavoro, economicamente più che appoggiata, avevamo 3 Gatti, ogni tanto litigavamo cm tt le coppie del mondo e quella sera avevamo avuto una discussione, oltre ad aver bevuto un pochino… purtroppo so che la sua infanzia ha influito molto nel suo dolore interno, ma speravo che col mio amore avremmo superato ogni cosa… invece non è bastato, anzi mi incollo anche x i minimi errori commessi. Ora mi sento solo, in un instante ho perso la casa, la compagna di una vita, il lavoro, i soldi investiti, il mio valore di uomo… mi sento come un barbone. Ho provato il suicidio direttamente il gg dopo, ma mi sn svegliato nel letto cm se nulla fosse. Ho 30 anni e lei ne aveva solo 29… volevo dei figli con lei… Una vita insieme, eravamo tt l uno x l altro, vivevamo solo di noi… Avevo bisogno di raccontare il mio dolore x dirvi che vedere coi vostri occhi morire la vostra metà è la cosa più brutta al mondo…
Io ho sofferto tanto e soffro ancora. Alcune volte ho avuto pensieri di suicidio e solo sforzandomi riesco ad allontanarli come una tentazione diabolica.Trovo conforto nella preghiera e ho trovato, dopo tante delusioni , un po’ di affetto solo in ambito religioso, cioè in chiesa. Sì mi sono rivolto all’Amico che mai tradisce , che c’è sempre, che non ti lascia mai solo, che ti ama. E Lui mi ha messo davanti persone che mi salutano, che se sanno che è il mio compleanno mi fanno gli auguri e che, con tutti i loro limiti (di esseri umani, come me) si comportano in maniera affettuosa.L’unica via di salvezza è Gesù: io mi rifugio in Lui attraverso la Sua e nostra Mamma Maria Immacolata. Solo lui è pace in un mondo di guerra e cattiveria. Basta provare e Lui, Gesù non tarderà a farsi sentire con forza nella nostra vita. Solo da Lui ho trovato quell’amore incondizionato che riempie la mia vita. Auguro ciò ad ognuno di voi..
Carissimo/a,
grazie per la sua testimonianza. Condivido con lei il fatto che la fede sia davvero un forte sostegno nei momenti difficili della vita. Come mi è capitato di condividere più volte con gli amici di Soproxi, posso dire che nella mia vita di credente la fede sia quella spinta che, per usare una metafora, mi ha aiutata e tuttora mi aiuta a “camminare in salita”, pur non esonerandomi tuttavia, “magicamente”, dalla fatica del salire. Soprattutto credo sia molto importante cercare di coltivare quella dimensione di fede/fiducia nei confronti del dono della vita che ci permette di continuare a sperare anche nel dolore.
Leggo che molte persone le sono vicine con il loro affetto, e questo è davvero importante quando si devono affrontare dei momenti difficili. E’ proprio per questo che Soproxi offre uno spazio nel quale poter condividere la sofferenza e trovare sostegno per affrontare le difficoltà e i momenti di sofferenza di chi si trova ad affrontare un lutto per suicidio di una persona cara. Relativamente alla mia esperienza personale (ho perso una sorella per suicidio) mi è d’aiuto confrontare il mio percorso di fede con gli spunti che mi vengono offerti nei percorsi, negli incontri e nelle sezioni del sito di Soproxi. Quanto ascoltato e sperimentato è divenuto parte della mia riflessione di fede e della mia preghiera personale, aiutandomi a scoprire il volto Compassionevole di Dio che è Amore.
Colgo l’occasione per augurarle un anno di serenità e pace.
Suor Raffaella
Io sono disperato perchè mia moglie se ne è andata un anno e mezzo fa per un tumore dell’ovaio. Aveva solo 39 anni. Non ho più voglia di vivere, la amavo tanto, più di me stesso. Penso spesso al suicidio, ho pensato anche di acquistare un farmaco per l’eutanasia, spesso ho avuto la tentazione di gettarmi nel vuoto, ma non riesco, credo di essere troppo vigliacco per farlo. Avevo sempre pensato che sarei morto, vecchio, su un letto d’ospedale, con mia moglie a tenermi la mano, ed invece ho dovuto affrontare lo strazio di assistere al consumarsi di una persona che fino a tre mesi prima sembrava in perfetta forma. La vita non merita sempre di essere vissuta, almeno nel mio caso. Spero di ammalarmi anche io come lei, vorrà dire che forse un po’ di logica c’è in questo maledetto “disegno” che la religione ci propina.
Caro Giovanni, il dolore del lutto a volte ci porta a pensare al valore della nostra vita e a desiderare la morte……ma è una scelta che lascerebbe altro dolore. Chi ci è già passato ci ricorda che è possibile attraversarlo questo dolore. Cerca aiuto, e piano piano troverai una nuova strada. Come ho scritto in un precedente commento, ci sono persone e associazioni che possono accogliere il tuo dolore. Un abbraccio, Paolo
Mia moglie è morta il 9 agosto 2016 dopo quasi tre anni di lotta ma sempre in forma !!
A Maggio occlusione con ileostomia tutto sembrava dare speranze! Così trasloco a sorpresa nella nuova casa che ho restaurato da solo in 5 mesi dove era in programma a maggio attendere intervento !
Ma dopo soli 30 gg dove era felice anche se con stomia è precipitato tutto dopo nuova chemio!
Un mese e mezzo di sofferenza morfina vomito e alla fine sedaggio !!
Ha lasciato me dopo 21 anni lei aveva 39 anni e ora sono solo con ns figlia di otto !!
Conclusione non voglio vivere e soffrire preferisco morire e raggiungerla ma ho mia figlia e devo resistere ma no ho più forze !! Quello che viglimè andare da mia moglieereee
ciao io sono claudia e anche io sono rimasta sola con tre bimbi da tirare avanti ma faccio fatica purtroppo tre anni fa mio marito il papà dei miei figli ci ha lasciato per me la vita e finita li il giorno che mi ha salutato per un viaggio migliorele sue ultime parole sono state “state vicino alla mamma . lui era la mia vita il mio respiro ma poi guardo i miei bimbi e lui e lì in loro amore tu da lassù devi sapere cheti amo e ti amero sempre
Caro Cristian, se senti il bisogno di parlarci contattaci, un abbraccio, Paolo info@soproxi.it
Ciao Giovanni, il mio compagno è morto per un arresto cardico un mese e mezzo fa. Tutto ciò che hai descritto lo provo e lo penso anche io quotidianamente. Mi sento vigliacca a non riuscire a farla finita anche se ci sono arrivata veramente vicina. Per non impazzire dal dolore mi sono attivata presso un’associazione di auto-aiuto. Ho paura di affrontare il dolore con altre persone che provano dolore ma voglio darmi una possibilità di ritornare a vivere in attesa del giorno della mia dipartita e che ci sarà ad aspettarmi l’AMORE della mia vita. Un abbraccio. Nadia
Io sono vedovo da un anno e mezzo. Mia moglie, che amavo più di me stesso, è scomparsa per un cancro terribile che in due mesi l’ha consumata. Non avevamo figli purtroppo. Ho 43 anni, non ho più voglia di vivere, penso ogni giorno ad un modo veloce ed indolore per farla finita, ho anche pensato di rivolgemi ad una di qulle associazioni per l’eutanasia che operano in SVizzera ma mi dicono che per casi di depressione quella procedura non è prevista. A questo punto spero di ammalarmi anche io, soffrirò come ha sofferto lei. Purtroppo non ho nemmeno il conforto della fede, non credo ci sia nessun aldilà. Mi sento solo e disperato.
caro Amico,
condoglianze per questa perdita così dolorosa. E’ purtroppo frequente pensare alla propria morte o addirittura al suicidio quando si vive un lutto. Quelo che posso dirti ora, e che le cose cambieranno con il tempo. Cerca aiuto, così come hai fatto scrivendo in questo blog. Come avrai letto noi ci occupiamo di persone i lutto per un suicidio, ma puoi trovare sicuramente una risposta ai tuoi bisogni scrivendo all’associazione GRUPPO EVENTI https://www.gruppoeventi.it/
Trova la forza di parlarne anche con il tuo medico di famiglia o qualunque altro medico (o psicologo se ne conosci uno) di tua fiducia. Loro ti saprano indicare a chi rivolgerti, nella città dove vivi.
Quello che ora ti sembra impossibile e inarrivabile, diventerà accessibile in futuro,
ti auguro ogni bene
Paolo Scocco
Gesù ha sofferto molto sulla croce. Lui ti dà forza.
Non devi darla vinta alla disperazione e non è vero che non esiste un aldilà, tu non ci crederai ma lei è accanto a te e non vuole sentirti parlare così. Vuole che tu riprenda in mano la tua vita , piano piano e forse cambiando direzione coraggio!!!!!!
Ciao a tutti, ho 46 anni e una vita molto difficile alle spalle. Ho perso mia madre che si è lasciata andare. Era malata di enfisema ma ha voluto continuare a fumare fino all’ultimo perchè si era stancata di vivere di solo dolore. All’epoca mia figlia aveva solo 10 mesi. Mio padre l’ha seguita alcuni anni dopo. Lui beveva e nonostante i ripetuti interventi al cuore non ha mai smesso. Credo che anche per lui fosse un sollievo andarsene. Ora, mia figlia che ha 18 anni è andata a vivere con la famiglia del suo ragazzo e la bimba che ha avuto 10 mesi fa.
Dopo quest’ultimo colpo avevo deciso di ammazzarmi ma… proprio leggendo storie come le vostre… storie di chi è rimasto, ho capito che non è una soluzione. La vita mi ha dato proprio poco e quel poco che mi ha dato se l’è ripreso con gli interessi ma io non mi voglio dare per vinta. Voglio rinascere vedere se può darmi ancora qualcosa.
Vi ho scritto proprio per dirvi questo ma anche per farvi sapere che chi decide davvero di suicidarsi fa di tutto per non far trasparire questa decisione ed è quindi più che improbabile che chi gli sta vicino possa accorgersene. Lo so proprio perchè durante i lunghi mesi in cui stavo maturando questa decisione ho fatto di tutto per farmi vedere serena e felice da chi mi sta accanto. Questo solo per dirvi che i sensi di colpa che alcuni provano non hanno motivo di esistere. Non potevate accorgervene perchè la persona che amavate non voleva.
ciao. ho 33anni. anche mio fratello di 43 anni, 4mesi fa si e suicidato…colpa mia che pur sapendo della sua debolezza gli ho fatto vedere le foto della sua ragazza che.stava con un altro. lei lo sfruttava per i soldi.La mia vita e distrutta ho un marito e una bimba di tre anni e mi chiedo come faro a crescerla, proverò piu gioia…vivo aspettando di morire. mi manca il non poter piu fare niente e di non averlo aiutato.
Cara Veronica anche mio fratello con la stessa età del tuo si è suicidato senesi fa. Sono distrutta dal dolore ,anche mio.padre 20 anni fa si è tolto la vita allo stesso modo. Penso ci sia una certa predisposizione e non crcredo assolutamente sia colpa tua .Se non ci fosse stata una predisposizione tuo fratello anche vedendo le foto non lo avrebbe fatto. Allora il mio che faceva il professore. , erano arrivati gli scrutini e diceva di avere pochi voti e che non aveva fatto bene il suo lavoro. Devo Pensare CHE Lo Abbia Fatto Per Questo. ? Non credo proprio forse questa è stata la miccia che ha fatto scoppiare la bomba ma sicuramente anche prima ci aveva pensato.
Mi dispiace x quello che esuccesso
Mi chiamo massimo sn di napoli
Mia madre che aveva solo 42 anni si è uccisa lanciandosi dal settimo piano quando avevo 16 anni. Era tanto malata e la vita a casa era molto difficile, ma era comunque la mia mamma. Nessuno ci è mai stato vicino, neanche i parenti stretti. Sono passati più di dieci anni ma il dolore è sempre lì, invisibile a tutti e incompreso. Per gli altri lei è come se non fosse mai esistita, nessuno la nomina mai. E’ dura non avere nessuno che capisca almeno in parte, è dura fare sempre finta che non sia mai successo nulla. Non è giusto non poterla nominare per non dare fastidio, non è giusto che una ragazzina di sedici anni sia costretta a superare una prova così terribile da sola. Ogni tanto rileggo la lettera che ha scritto prima di morire, l’ho nascosta perché mio padre la voleva buttare. E’ l’unico legame che ho con lei.
Caro amico, ti siamo vicini.
grazie per aver condiviso queste parole struggenti. Forse potremmo aiutarti, se vuoi.
Contattaci, cercheremo insieme il modo per aiutarti e riportare il tuo bisogno di ricordare la mamma come merita e come tu meriti.
aspettiamo di sentirti, scrivici info@soproxi.it
un abbraccio
Paolo
caro tesoro,
non gettare mai quella lettera, e parla della tua mamma quando, come e con chi vuoi. Lei è ancora con te, lo sarà sempre. Vivi felice la tua vita, e abbi il coraggio che nessuno ha avuto.. Il retaggio che il suicidio porta con se è carico di una vergogna che non ha senso di esistere. Lascia la vergogna agli ignoranti e sii felice. La tua mamma sarà sempre con te.
Con tanto affetto
Rita
Sono passati sei mesi da quando mio marito è salito in cielo, lasciandomi senza istruzioni su come avrei fatto a vivere senza di lui.In questi mesi vivo la sua scelta senza che io abbia avuto il tempo di dirgli che non era la mia.Quando ci si sposa in Cristo, con la sua benedizione, lo si fa perché si vuole passare tutta la vita insieme ed io avrei passato tutta la mia vita con lui ma non avrei mai pensato che la mia vita sarebbe finita così presto.E’ un dolore indicibile, che lacera l’anima ogni attimo di ogni giorno. Il mio conforto è nella preghiera e nella certezza che mio marito oggi e per sempre è tra le braccia di Gesù Cristo, nella sua dimora celeste dove regna la pace e l’amore eterno, lo stesso amore che mi legherà a lui e che solo il Signore può regalarci.So che dal cielo entrambi veglieranno su di me e guideranno i miei passi sul sentiero della vita, un sentiero che mai avrei voluto percorrere senza di lui perché era ed è ciò che di più bello, profondo ed unico il Signore mi abbia donato.E non importa se oggi soffro tanto perché significa che ho amato e amo tanto.
Buonasera a tutti, nel leggervi, anche se inondati dal dolore , mi sento meno sola…sono Francesca e quasi 2 anni fa mio marito si e’ tolto la vita impiccandosi nella nostra casa.
Vi abbraccio tutti con immensa sincerita’
Grazie Francesca vedo che sei una donna di fede. Anchio 6 anni fa ho perso mia moglie Nina di 62 anni persona forte e` di buona salute, un colpo cardiaco l’ha presa subito senza avr avuto il tempo di dirle addio. Un anno fa ho perso mio figlio Giuseppe di 40 anni con varicella che in serata si e` diffusa in polmonite. E posso dirti che senza l`aiuto del Signore non avrei la forza di andare avanti, solo la mia fede mi da` la forza di andare avanti. Le dico non perda il tralcio del Signore, Dio la benedica preghi anche per me grazie. antonio
Lei ha scritto delle parole bellissime. io ho perso mio marito per un maledetto cancro, il peggiore al pancreas. ho una bimba di un anno e la solitudine mi anienta, cerco di farmi forza ma e difficile perche viviamo in una societa di egoismi e l’amicizia, cos’è l’amicizia nel momento del bisogno sono tutti spariti.
Spero di avere la forza per mia figlia e spero che il signore mi aiuti anche se penso che si e dimenticato di noi
cordiali saluti
ti capisco .soNo MARINO HO PERSO MIA MOGLIE A 38 ANNI PER LO STESSO CANCRO E I MIEI CINQUE FIGLI VIVONO QUESTA SOFFERENZA IN MODO DIVERSO TRA LA RIBELLIONE DELLA PRMA DICIOTTENNE AI PIU’ PICCOLI CHE PENSANO ALLA MAMMA CHE STA CON GESU’ . IO VIVO OGNI GIORNO TRA LA FEDE CHE NON MI FA DISPERARE E LA SOLITUDINE CHE SI PRESENTA SOPRATUTTO DI NOTTE.ALLORA PREGO PER TROVARE E CHIEDERE IL SENSO A TUTTO CIO A DIO CHE SA QUALE SIA IL NOSTRO BENE ANCHE SE NON LO CAPISCO.PERCHE SIAMO UMANI E PICCOLI RISPETTO ALLUNIVERSO.UN ABBRACCIO .
Anche mio marito si e suicidato impiccandosi a casa non lo perdonero mai se sono malati devono parlare e farsi aiutare mi a lasciato sola .non e giusto non hanno avuto rispetto di noi
gent.ma
le sue parole sono piene di rabbia, ed è comprensibile considerando ciò che ha vissuto. Arriverà il momento del perdono, prima o poi arriverà.
Se se la sente ci scriva o ci contatti telefonicamente 0498213838 (il merc mattina) e ne parleremo,
Paolo
soproxi
anche il mio, Francesca. il 4 luglio 2012.
Lasciando me e sua figlia che allora aveva 9 anni.
Sono stati anni difficili, e se non avessi avuto la mia famiglia oggi non saremmo le donne che siamo.
Io e mia figlia ora parliamo di lui con gioia e ogni volta abbiamo un nodo alla gola, perchè ci manca.
Ora abbiamo una nuova vita, il mio compagno è anch’egli vedovo, con due figli della stessa età della mia. Parliamo dei nostri cari perchè questo ci aiuta a tenerli in vita. Ringrazio il Signore ogni giorno per averlo incontrato. Credo che non superepemo mai quanto ci è accaduto, e i sensi di colpa non mi lasceranno mai. Sai per cosa a volte mi sento ‘cattiva’? Perchè nonostante tutto, non sono mai riuscita a perdere la SPERANZA
Anche mio marito si è impiccato in casa lasciandomi con due ragazzi da crescere come stai ora ?
anche io sono rimasto vedovo…con due ragazzini da crescere.ancora oggi non mi sembra vero mia moglie se n’è andata con il male del secolo dopo soli quattordici mesi.eravamo una famiglia felice e ci amavamo tantissimo oggi mi sento vuoto posso dire che mettà di me se ne andato con lei e l,atra mettà lotta per sopravvivere avete ragione tutti che non ci può capire chi è da fuori ….io amo i miei figli e stringo i denti per loro perché
anno sofferto abbastanza per la grave perdita .un augurio a tutti di poter passare questi momenti e parlare magari ci serva d,aiuto
Ciao, sono orfana di un padre che non ha scelto di andarsene, ma é stato chiamato improvvisamente a farlo. Tra qualche giorno saranno quattro anni che mio padre ci ha lasciati e il dolore é ancora vivido come quel giorno, specialmente quando si avvicina l’anniversario. Quando é morto io dovevo fare diciotto anni e mio fratello doveva farne quindici. Ho letto storie di mamme, mogli rimaste sole e che pensano a raggiungere i propri mariti. Oggi vi parlo di una figlia che ha provato tante volte a raggiungere il padre. Il vuoto é incolmabile, non ci potrà mai essere un altro papà, si tratta di una figura che mancherà per sempre nella vita mia e di mio fratello e che ancora aveva da insegnarci tanto. A volte penso che aprirà la porta di casa e tornerà da lavoro facendo una battuta come sempre, ma poi mi rendo conto che non sentirò mai più il suono della sua voce, non vedrò più il suo sorriso, non avrò più un suo abbraccio.. Da figlia mi pento tanto delle sciocchezze che lo hanno potuto ferire da parte mia, e mi pento che l’adolescenza mi abbia portato, come a tutte le ragazzine, ad allontanarmi da lui per vergogna magari. Di non aver partecipato alle sue iniziative per stare con le amiche o il fidanzatina… Col senno di poi mi pento di tutto questo e avrei voluto stare vicino a mio papà il più a lungo possibile. Mamme, papà, rimasti soli. Non abbandonate i vostri figli. Spesso sento la frase “voi figli avete tutta la vita davanti. Io sono sola, tu troverai un marito” (mia madre), ed é verissimo, ma nessuno può fare le veci di un genitore. Non lasciateci anche voi perché noi abbiamo bisogno di voi, anche se non lo dimostriamo. State vicino ai vostri figli anche quando litigate, perché dietro i litigi c’è tanto dolore. Neanche per noi la vita va avanti, non come prima. Ci mancherà sempre un pezzo e questa sensazione ci accompagnerà per tutta la vita. Io a 18 anni volevo suicidarmi, ho scelto di vivere per la mia famiglia. Non posso fare questo a mio fratello, mia madre o i miei nonni che hanno perso loro figlio. Non posso aggiungere altro dolore. Fatevi forza, prima o poi c’è sempre la luce fuori dal tunnel.
anche mio marito era un medico , una malattia l’ ha stroncato neanche 15giorni fà …il dolore è entrato in casa mia portando sofferenza e morte ! ho tre figli da crescere e mi sento soffocare , mi sento persa , troppe cose ho lasciato irrisolte e troppe cose devo risolvere oggi , perchè la morte in giovane età trascina tutto come un fiume in piena , porta con se ogni cosa e io sono lì , i miei figli sono lì , in balia delle onde ! dove non c’è niente se non la disperazione più nera …Antonella
Cara Antonella, la tua storia è simile alla mia. la mia famiglia era composta da moglie, due figli, marito. Circa 6 anni fa a mia moglie viene diagnosticato un cancro al seno. due anni di cure che non hanno avuto il successo sperato e così da quattro sono vedovo con due figli. Non ostante durante la malattia i medici cercavano di prepararci al amaro epilogo e per alcune cose sia stato un sollievo (orrendo dirlo , ma estremamente vero) quando ci siamo trovati da soli il mondo ci è venuto addosso travolgendo e distruggendo ogni nostra convinzione, ponendoci in un limbo di assoluto dolore, insicurezza e timore.
A quel punto devi trovare la lucidità di capire quali sono le tue priorità. Per me erano i figli, due adolescenti, legatissimi più alla madre che a me spesso fuori per lavoro. Ho cambiato stile di vita cercando di stare di più con entrambi, seguendoli nelle loro attività scolastiche e ricreative, mediando con il bisogno di guadagnare quello necessario al degno sostentamento della famiglia e i loro bisogni.
C’è voluto più di un anno per iniziare ad uscirne, con fatica, costanza e determinazione da parte di tutti. Piano piano la vita ti assorbe con i suoi problemi e i bisogni e desideri cambiano velocemente con l’età. Vederli ora più sereni , impegnati a trovare la loro strada nella vita mi rende soddisfatto (anche se non cancella l’amaro per le tante volte che mi sono sentito e tutt’ora mi sento inadeguato in certe situazioni ) e la loro forza mi stimola a intraprendere attività che avevo rinunciato a fare molto tempo fa.Tutto questo per dirti che l’orrendo momento che state vivendo è il normale percorso che un lutto comporta, ma il come evolverà dipenderà da come tutti voi reagirete nel prossimo futuro. Non avere paura se ti capita di piangere in loro presenza , a volte è il momento in cui sei più forte e vicina a loro, ma questo lo capisci solo molto tempo dopo.
In bocca al lupo……. Angelo
grazie Angelo per le belle parole di conforto , lui mi manca da morire , mi manca tutto , ma sopratutto penso alla sua vita spezzata , al suo lavoro che amava tanto …non so continuo ad essere in balia delle onde , dentro una piccola barca , non voglio più pensare , pensare è soffrire ..ciao Antonella –
Come ti capisco il 19 settembre mio marito ci a lasciato! La diagnosi è stata:infarto aveva solo 40 anni. Non ci credo ancora è tutto surreale, nulla ha più senso tutto sembra inutile. Sono rimasta sola con l’unica certezza di dover crescere due bambini da sola. Non è facile andare avanti con un simile dolore. La vita non può essere così crudele e ingiusta.
perche’ succedono queste cose perche’mi chiedo anche io sono 54 giorni che ho perso mio marito un infarto a 44 anni c e lha portato via aveva ancora tutto da fare con noi avevamo tanti sogni da realizzare invece ora tutto svanito nel giro di qualke ora l incubo in famiglia e ora sono rimasta sola a crescere 4 figli di 15-14-11-3 anni e sogni svaniti con tanta voglia di sparire da tutto 🙁
6 marzo 2014. Sono un lettore nuovo di questo sito. La storia di Margherita mi ricorda quanto è accaduto meno di due anni fa ad una coppia di miei carissimi amici, sposati da venti anni. A luglio 2012 Tonino, 51 anni, dopo una crudele malattia incurabile, ha lasciato sua moglie, 48 anni (mia coetanea) e le loro due figlie, all’epoca di 17 e 12 anni. Da pochi giorni era uscito dall’ospedale ed era tornato a casa: la notte che se n’è andato io ero lì con loro e per me assistere impotente sia a quel terribile e immodificabile destino, sia allo strazio per le persone a lui più care, ha aggiunto – se possibile – altro dolore a quello già presente per i lunghi mesi di malattia. Sua moglie ha attraversato e continua a vivere momenti particolarmente difficili. In queste situazioni di smisurato dolore, la forza per andare avanti sembra a volte insufficiente, ma il pensiero che la persona cara è sempre fra noi ci permette di continuare a credere in tutte le cose e valori che abbiamo condiviso e apprezzato insieme. Marco
….e mi aggiungo alla lista….esattamente 9mesi fa e una settimana,il mio amore ha lasciato questa terra per tornare a “casa”….così,improvvisamente, un pomeriggio di maggio ha preso l’auto e a 80 km da casa si è impiccato…Io,da allora nn ho più vita…una parte di lui vive in me ma una parte di me è morta per sempre con lui….Non so uscire da questo stallo,fatto di ricordi pieni di nostalgia e di ricordi orribili e indelebili nella mia mente..non se ne vanno, no e no…Dicono il suicidio è una scelta…e posso condividere..nn viene detto però che è concessa solo al “primo della lista”..a coloro che restano, questa chance è preclusa, tassativamente…..Vivo per i miei ragazzi, di 23 e 16 anni…ma benchè cammini, parli e faccia le cose da fare NON STO VIVENDO..e aspetto solo la fine di questo percorso terreno,in modo naturale, ma,con la sfiga che ho vivrò a lungo, lunghissimo,quando solo vorrei vedere realizzati i miei ragazzi e poi andarmene….Ammiro chi ha trovato la forza per reagire, io nn ci sto riuscendo e nn voglio gli antidepressivi che hanno PEGGIORATO DRASTICAMENTE lo stato mentale di mio marito..che anzi, vorrei chiedervi, quanti di questi suicidi assumevano antidepressivi??Sono affranta, sfinita dalle lacrime, depressa e devo andare avanti, anche se spesso nella testa mi ronzano le varie modalità per farla finita,poi tiro un calcio con rabbia a qualcosa e dico NO NO NO non posso per i miei cuccioli….Un abbraccio di solidarietà a chi vive la mia orribile realtà, vi tengo nel cuore, buonanotte
Se posso vorrei incoraggiarti…io sono l’anonimo veneto che ha scritto qui a maggio 2013 ,come potrai immaginare la mia é una situazione limite ma non per questo mi butto giù! Continua a vivere la tua vita con coraggio e forza e se non sai da dove trovare forza e coraggio credimi prova con la fede…si con la fede anche se può sembrare paradossale ma quel Dio che ora sembra ci faccia soffrire è in realtà vicino a noi nella sofferenza e un giorno capiremo anche i perché di questi destini crudeli .ti abbraccio forte.
Sono rimasta vedova con tre bambini in tenera eta´da 5 mesi e non riesco a sopportare piu´questo dolore. Mio marito era tutta la mia vita ed ora neanche i miei figli, che si sono aggrappati a m,e riescono a darmi conforto. Penso spesso al suicidio ma rimando xche´penso che prima devo definire la situazione economica. Mio figlio di 12 anni mi ha detto che ora io sono il pilastro della famiglia e che devo smettere di piangere. Mi vergogno ma il dolore mi sta annientando e noostante gli antidepressivi non vedo miglioramenti, anzi, il peso di questa disgrazie si fa piu´pesante. Vorrei condividere la mia sofferenza con chi vive una situazione analoga per capire come andare avanti.
Monica 2014
Ciao carissima ,nel leggere il tuo racconto mi sono rattristato molto quando ho visto la parola più brutta che potevi inventarti di scrivere cioè suicidio… non sognarti nemmeno si prendere in considerazione una cosa così! Io nel mio piccolo dirò una preghiera per te ma tu promettimi che andrai avanti con tutte le tue forze!!! Vedrai che questa gravissima esperienza ti farà comunque crescere e la vita ti ritornerà a sorridere. io sono l’anonimo veneto che ha scritto su questo forum il 3 maggio 2013 (leggi )sono anche io in crisi ma dobbiamo sforzarci di andare avanti… ti abbraccio. CORAGGIO!!!!!!!!!
Carissima Monica, carissima Monica! non vergognarti per qualcosa che abbiamo pensato tutti e tutti abbiamo abbracciato nella nostra mente come unico possibile sollievo dal dolore atroce delle nostre perdite… e non mi vergogno di dire che avere le questioni da sistemare mi ha dato il tempo concreto di lasciare che il dolore si fermasse almeno quando dovevo per forza occuparmi di questioni pratiche. Oggi che sono passati due anni e tre mesi dal mio lutto ancora sento la forza di quella disperazione… ti dico praticamente cosa mi ha aiutato: parlarne tanto, con chi sa di cosa stiamo parlando! e fingere, all’inizio, di essere forte, di non pensarci, di essere capace di andare avanti. Fingere ti costringe a forzare i muscoli e il cervello.. ti sentirai un po’ mattà, ma che importa… io sono riuscita giorno dopo giorno a mettere del tempo in mezzo “come se” lui fosse con me piu’ di prima, “come se” non fosse altrove, “come se” guidasse lui la mia volontà, e alla fine ci ho creduto. Anzi oggi posso dirti che ancora lui mi guida, ancora mi sprona e mi dice che non posso e non devo mollare: e io, anche se fa un male insopportabile ancora oggi, non mollo e non lascio mia figlia sola e non smetto di far finta a volte di stare meglio di come sto…
Spero che tu capisca che hai il sacrosanto diritto di sentire quello che senti. Parlane con chi lo sa com’è, scrivi qui, urla e piangi sola o con chi ha, purtroppo, qualcosa in comune con te, e che ha sentito quello che senti tu. Vorrei dirti tante cose… ecco, pensa anche che devi darti il tempo di leggere ancora qui… tutto serve… Ti abbraccio. Resisti..
sono vedova da meno di un anno mio marito che amavo immensamente si e suicidato lasciandomi con un figlio di 12 anni vivo nel ricordo di lui a volte mi immagino che ritorneremo a fare le cose di prima le gite le feste i momenti spensierati MI PIACEREBBE avere degli scambi con persone che hanno vissuto la stessa tragica esperienza e che l hanno superata .Un grazie di cuore a tutti quelli che vorranno rispondermi
Buongiorno. Sono come lei piena di dolore. Sono passati 6 giorni da quella brutta sera che io stavo a casa con il nostro figlio di 10 mesi aspettando che il mio compagno ( non eravamo sposati) tornasse a casa. Mi sembrava strano che non mi ha chiamato ancora che stava per strada verso casa. Mi avvisava sempre. Poi la chiamata strana di una nostra conoscente che sapeva già ma non ha avuto il coraggio di dirmelo. Poi suono di citofono- è arrivato il amico di famiglia….. È lì mi è crollato il mondo addosso. Lui era tutto per me, era tutto il mio mondo. Amava me e nostro figlio profondamente . Noi vivevamo in una campana di vetro. Lui pensava a tutto. Adesso mi trovo senza soldi, senza lavoro( stavo a casa a curare il nostro bimbo), senza i parenti da parte mia( io sono ucraina da 10 anni in Italia) . Adesso ci siamo solo io e il mio piccolino di 10 mesi. Possiamo pagare affitto ancora per 2 mesi. Poi ci sono le spese di avvocato e di notaio perché non eravamo sposati e c’ e un minore. Anche se il mio Lui aveva qualcosa , tutta eredità e ‘ del bimbo e non si può toccare niente finché non compie 18 anni. Ed io? Cosa devo fare io? Se il mio figlio si ammala non ho nessuno che me lo tiene per 10 minuti per fare una corsa in farmacia. Il mondo mi è crollato addosso . Il mio amore non ce più . Non riesco a toccare il bimbo-,mi si spezza il cuore. Vedo solo immagine del mio Lui con il bimbo in braccio. Noi eravamo tutto per lui. Solo che quel brutto giorno Lui ha litigato con fratello( che sono soci nella sua piccola attività artigiana). Hanno discusso perché il mio Lui ha preso tutti i suoi soldi personali e ha pagato debiti della società e ha preso i soldi del fratello di nascosto per pagare il gasolio del camion. Erano in ufficio a discutere , non si sa e non saprà mai nessuno cosa e’ stato detto, ma appena il fratello e uscito, tempo di fare 3 passi ha sentito lo sparo. È stato un raptus.
Tanta rabbia ti capisco benissimo a me è successo la stessa cosa da poco non riesco a perdonarlo anche se era malato
Ciao. io ho perso mio marito ad agosto del 2011, suicida dicono, mi ha lasciata sola con un bimbo che non aveva neanche 5 anni, be purtroppo devo dirti che non passa, ti abitui alla sua assenza, ti fai forte per tuo figlio che è la ragione di vita, ma non passa purtroppo. Però quando abbiamo un figlio dobbiamo affrontare tutto a testa alta guardarlo e dire si vivo e sono forte per te, questo è quello che ho fatto e sto facendo io.
buongiorno sono vedovo da agosto mia moglie è morta per malattia durata 5 anni , anni di agonia interventi tac,pet,esami vari capisco il suo dolore quando viene a mancare la compagna o il compagno
anche io sono vedova mio marito è morto il 24 7 2013 :é una perdita grandissima un vuoto che avverti sempre più, non ci sono affetti, almeno per me che possano riempire il vuoto che lui ha lasciato, anche se lui vive sempre nel mio cuore, mi manca tanto un suo sguardo, un abbraccio,la complicitè di potersi sfogare con lui per i dispiaceri e quello che più mi fà male e che non abbia potuto godere un poco la vita ha sempre lavorato ha sempre rinunciato a tutti x la famiglia mai vacanze tanta sofferenza e poi beffarda e all) improvviso un aneurisma tempo 3 mesi e 4 giorni e la mia vita è finta insieme alla sua non ci sono più progetti ne decisioni da prendere in 2 .SOGNAVA TANTO DI ANDARE IN PENSIONE E FORSE ALLORA AVREMMO POTUTO FARE QUALCHE VIAGGIO ora x me la vita non è altro che un trascinarmi e dibattermi con i problemi finanziaziari pagare l’AFFITTO le bollette giusto un soppravvivere e qui la domanda amore mio perchè a te perchè te ne sei andato senza una parola sempre senza mai riprendere coscienza senza mai dirmi una parola ,spero solo che tu abbia capito il mio amore e ti sia sentito avvolto da esso. perdonatemi ma mi manca tantissimo è la prima volta che scrivo sul computer non so neanche se l’HO FATTO BENE CIAO
Ciao a tutti. Sono vedovo da Agosto 2013. Mia moglie di 48 anni ha lasciato me e nostra figlia allora 12enne. Mi ricordo ancora perfettamente il giorno in cui mi disse di sentire un nodulo al seno. Da quel giorno è iniziato il nostro calvario. Si è sottoposta a numerose chemioterapie, radioterapie e altre cure ma il suo destino era già segnato. Nella prima tac si evidenziavano già metastasi polmonari. Quella era la sua condanna. In poco più di due anni se nè andata. A fine Luglio 2013 l’abbiamo portata nella casa dei suoi genitori per le cure palliative. Si è spenta di mattina presto l’otto di Agosto dello scorso anno ed io non ero presente in quel momento. Non riesco ancora a perdonarmelo, avrei voluto stringerla a me in quel momento e dirgli ancora una volta “ti amo”. Mi manca tantissimo. Lei non era solo mia moglie e la madre di mia figlia ma anche una sincera amica, una confidente. Ci facevamo coraggio l’uno con l’altra per affrontare quotidianamente le difficoltà della vita. Abbiamo anche condiviso tantissime gioie, momenti magnifici che rimarranno per sempre in me.
Ora sono solo con mia figlia adolescente e tanti problemi e preoccupazioni per il futuro da affrontare. Paura di restare solo di invecchiare da solo.
A distanza di quasi 6 mesi il dolore è rimasto lo stesso dei primi giorni ma distrarmi con il lavoro con tutti gli impegni quotidiani nonchè stare con amici e parenti mi da molto sollievo perchè tiene la mia mente impegnata e non penso ad altro. Anche l’attività sportiva mi aiuta molto.
Spero solo che un giorno possa ripartire ed essere pronto per una nuova esperienza al fianco di un’altra donna.
Ciao Stefano, Ciao Margherita.
Mi chiamo Elisabetta, ho 49 anni, e dal 30 maggio 2011 sono vedova di un uomo meraviglioso con cui ho vissuto circa 25 anni. e con il quale ho avuto una bellissimao rapporto basato, sull’i amore, l’amicizia e la stima.Ho un figlio di 12 anni che ha perso dunque il suo adorato e magnifico papà per un malefico cancro al colon quando non ne aveva ancora 10.
All’età di 30 anni, io ho perso mio padre, che ha deciso di andare via dopo anni di indicibile sofferenza per depressione.
Mi sembra percio’ che la vita si presenti con il suo carico di dolore ad appuntamenti fissi e, malgrado l’affetto degli amici, gli enormi sforzi fatti, economici, psichici e fisici nonché il trasferimetno temporaneo fuori dall’Italia per cercare di cambiare orizzonti, tutto mi sembra rimanere immutato: la portata del vuoto interiore, il senso di annullamento, il desiderio di raggiungere le persone che ho amato e che non ci sono più. Tanto che oggi, a distanza di oltre 3 anni, mi ritrovo ancora a cercare nel web una parola di conforto e il confronto con esperienze simili per capire come si fa a sopravvivere al dolore.
In me poi si è scatenato sin dalla diagnosi ricevuta da mio marito il folle bisogno di capire, di sapere tutto quello che c’è da sapere, su questa assurda malattia di fornte alla quale, purtroppo, la scienza ha più domande che risposte. Ma io non riesco ad arrendermi. Ho letto il leggibile in lingue diverse. Ho fatto domande a tanti studiosi, nella speranza di ricevere una risposta che placasse la mia mente e il mio cuore. Che qualcuno mi dicesse: “ebbene si’, si puo’ morire di cancro al colon a 47 anni in soli 7 mesi pur essendo in perfetta forma, avendo mangiato sano e vissuto serenamente e facendo la professione più bella del mondo (il musicista), perché esiste un virus, un batterio, un microorganismo, “qualcosa di ben individuato”, che attacca il nostro DNA e lo modifica tanto da impedire qualsiasi risposta alle cellule tumorali. Ma poi mi dico: qualcuno lo riporterà qui? Qualcuno avrà il coraggio di dire che la chemioterapia non è solo inuitle ma dannosa?
Forse hanno ragione i tuoi figli, Margherita, che come il mio hanno “semplicemente” accettato l’evento e ti hanno detto “tanto non c’è più nulla da fare”. I ragazzi sanno essere molto più saggi di noi. Io ho imparato molto da mio figlio nei primi giorni dopo la morte del papà, che entrava in coma mentre il suo unico bambino stava facendo la Prima Comunione. Con semplice saggezza mi ha detto/: “sai, mamma, penso che papà abbia smesso di soffrire”.
Vi abbraccio tutti e sono con voi con tutto il mio cuore.
Elisabetta
Ciao Elisabetta,
mio marito ci ha lasciati da un anno e anche io non riesco a superare il dolore e farmene una ragione nonostante tre figli meravigliosi che quando piango mi dicono di pensare solo ai momenti belli e di vedere il lato positivo: papa’ non soffre piu’. Mi vergogno perche’ loro sono piu’ maturi di me (hanno 7, 9 e 13 anni) e hanno deciso di andare avanti mentre io mi sento un’ automa che li soddisfa in tutto ma che si strazia in una sofferenza indicibile.
Mio marito, come il tuo, era la persona piu’ sana e meravigliosa e io vivevo per lui e il nostro amore. Un tumore allo stomaco lo ha consumato in 8 mesi, quasi non ce la facevo piu’ a guardarlo, ma lui ha affrontato con un coraggio incredibile la sofferenza fisica ad emotiva. Quando abbiamo scoperto il male ci siamo promessi di non leggere niente , non approfondire ma di affidarci alle cure e ai medici. Condivido la tua opinione in pieno….i medici non ti danno risposte xche’ non ne hanno, a noi hanno sempre cercato di incoraggiarci, fornendoci speranze a cui ti aggrappi anche quando dentro di te sai che sono false. Si puo¡ guarire se il male e’ circoscritto e se si estirpa tutto immediatamente( mio padre si e’ salvato 10 anni fa da un carcinoma al rene rimanendo con uno solo e non ha fatto chemioterapia). La chemio ti distrugge il fisico, ti succhia tutta la linfa vitale e in questa situazione di deperimento il male progredisce e ti annienta. Nessuno mai lo confermera’ ma io ne sono convinta.
Mi dispiace non ho parole di conforto ma ti sento vicina .
Anch’io come voi sono vedeva da tre anni e mezzo. Ho tre figli. Tutti in tenera età. E’ dura andare avanti. Avere sulle spalle tante responsabilità. Pensare, poi, che un medico possa arrecare tanta sofferenza anziché alleviare il dolore. La rabbia spesso prende il posto del dolore e mi viene voglia di spaccare il mondo ma, poi, penso a loro. Ai tre pargoli che non hanno chiesto di nascere e che loro malgrado debbono affrontare la vita senza il loro amato papà.
Ciao Margherita, io sto vivendo da diciotto giorni un dramma identico al tuo sono mamma di tre bambini e mio marito si e suicidato. Mi sembra di vivere in un incubo dal quale non riesco a svegliarmi. Mi sento in colpa per non averlo capito, per non aver capito che un uomo Forte come lui aveva deciso di rinunciare alla sua vita ai suoi figli. Mi sento morta dentro con il suo gesto lui si e portato con se anche la mia vita…..ora devo lottare per i miei tre figli non so da dove iniziare ma devo farcela sono tutto il mio mondo l’unico mio motivo di vita……
carissime donne , scrivo un po’ a braccio quello che mi viene dal cuore . sono un uomo di 47 anni , due anni fa ci ha lasciato mia moglie in seguito alla più brutta malattia . sono rimasto solo con 6 dico 6 figli a tratti sono disperato ma per l’amore che avevo per lei sto facendo i miracoli per andare avanti . all’inizio la preghiera o comunque il pensiero di molta gente mi ha aiutato molto poi circa un anno fa c’è stata un’ulteriore disgrazia , mio cognato (fratello di mia moglie) è stato investito da un’auto e così mi si è riaperta la ferita e il dolore si è amplificato anche perché mi era stato vicino nei momenti della malattia di mia moglie,non so più cosa pensare… da un lato vorrei provare a dare una figura femminile a i miei piccoli ma dall’altro mi rendo conto che dietro di me c’è una famiglia di un certo tipo per cui la persona giusta dovrebbe uscire dal cappello di un mago o magari dall’alto …un’angelo vestito da donna , per ora vado avanti e spero che il tempo mi darà una risposta .ciao e scrivetemi qualcosa ,grazie.
Anonimo veneto,
mi rivolgo a te perché, a differenza delle altre, la tua storia è un po’ simile alla mia. Io ho 40 anni e 2 figli e sono vedova da un anno. Anche mio marito è morto per una malattia grave. So benissimo cosa significa affrontare tutte le difficoltà dopo una perdita, non è semplice, io ancora non lo so come riesco ad andare avanti e certamente i nostri figli ci danno forza in questo. Le cose capitano quanto meno te lo aspetti e purtroppo quelli che ne pagano le conseguenze sono sempre i figli, nel mio caso faccio il possibile per essere presente anche se, per affrontare tutte le spese, passo molto tempo fuori casa per lavoro. Mi ha colpito molto quello che hai scritto, ti auguro di superare presto questo momento difficile e do un abbraccio forte ai tuoi piccoli, loro sono la tua forza.
Anonima Napoli,sono costretto a chiamarti così perché non ti sei firmata come ho fatto anch’ io tra l’altro,voglio ringraziarti per le tue parole di conforto.É vero che solo chi ha provato può capire e nelle parole che leggo in questo forum sento risuonare quello che sto vivendo e che non riesco a esternare con le persone che mi circondano.Mi piacerebbe conoscere meglio ognuno delle persone che intervengono ma é chiaro che non é possibile per tanti motivi….ti abbraccio.
Grazie carissima anonima Napoli …(se vuoi facci sapere un nome…)sono rimasto molto felice del fatto che tu mi abbia risposto tu abbraccio di cuore e ti incoraggio per il tuo futuro e per quello dei tuoi figli,vedrai che il tempo ti sarà di aiuto…É dura andare avanti anche per me ma credo che quella malattia non abbia il diritto di portare via anche noi…abbiamo diritto ancora a un po’ di felicità!!!
Sei un uomo coraggioso. Io sono vedova con una bimba molto piccola e mi chiedo ogni giorno se riusciro’ a farcela… da mia figlia mi arriva pero’ al forza, della vita, della speranza e della caparbietà. Siamo e saremo diversi per i nostri lutti, ma credo che la nostra diversità sia anche la nostra risorsa.
Sono capitata in questo blog perchè a volte il senso di distanza dal resto del mondo è pericoloso e ho bisogno di sapere che ci sono persone che possono capire, che non sono sola a sentirmi in preda allo sconforto… forse funziona, se ci apriamo, se cerchiamo i canali di comunicazione giusti…
Carissima futura,ti ringrazio del tuo “uomo coraggioso”…Oggi é san Valentino…!Mi sento molto solo ma non posso farci niente la donna che ho amato di più nella vita non c’ é più e ho anche la chiara impressione che non avrò la gioia di abbracciare una donna…(abbiamo così tanto bisogno di amore…).aprirsi cercare i canali giusti,non so, mi sembra così difficile…mi farebbe comunque felice pensare che tu non sia in preda allo sconforto…mi raccomando! Ti abbraccio.
Carissima Futura ,credo di leggere tra le tue righe che tu sei veramente una donna in gamba ,hai le idee chiare su come uscire da questo momento
… credimi,sei anche tu molto coraggiosa!!!
Carissima Futura,sei così positiva nell’affrontare questo momento e credimi sei tu quella veramente coraggiosa!!!
Carissimo Anonimo Veneto, finalmente, e per caso oggi, leggo tue (buone) recenti notizie. Capisco dal tono delle tue risposte che stai reagendo nel modo giusto. è bello sapere che altri come noi ce la fanno, non cedono alla tristezza e alla disperazione. Io non voglio che mia figlia cresca con la tristezza nel cuore, voglio che sorrida e per questo cerco di sorridere prima e piu’ di lei… nonostante non passi un giorno senza che io pensi a chi abbiamo perduto, ingiustamente e inaccettabilmente. Non cedere al buio vuol dire cercare la bellezza della vita e accettarla come un’occasione, non come qualcosa di dovuto. A me succede di essere felice, in modo diverso, non nel modo in cui avrei voluto continuare ad esserlo, ma riesco a essere felice di altre cose…cerco di prendermi meno sul serio, nonostante i guai siano molti e anche le responsabilità… forse ho anche meno paura di morire perchè chi mi ha preceduto sarà li’… insomma certo che si diventa piu’ forti, non possiamo tirarci indietro nè per chi non puo’ esserci, nè per i nostri figli, nè per noi stessi.
Scriverti e leggertti mi emoziona sempre molto, forse perchè io non parlo quasi piu’ di questo argomento. Mentre qui, dove so che nessuno scappa per il dolore altrui, riesco a farlo e non mi sento inopportuna. e i tuoi meravigliosi 6 figli… saranno una meraviglia e anche loro saranno piu’ forti che mai. ti mando un grosso abbraccio virtuale ma spero ti arrivi tanta energia reale!
cara Margherita ,
scusa la domanda, i tuoi figli stanno continuando una terapia psicologica o sono riusciti ad elaborare il lutto?
Anche io come te, sono una madre vedova con 2 gemelli. Mio marito si è suicidato senza lasciare scritto un perche’.
Non ho un lavoro e vivo con l’angoscia di non riuscire a dare un futuro ai miei figli.
Mi sento sola e disperata, le mie giornate trascorrono inutilmente.
Mi sento abbandonata da tutti: famiglia, amici, istituzioni.
L’unica cosa che mi trattiene in questo mondo sono i miei figli.
Vorrei riacquistare un po’ di serenita’ ma non riesco.
Un saluto
Laura
Cara Laura, se ne senti il bisogno scrivici (soproxi@virgilio.it) o telefonaci e facci sapere in che modo possiamo esserti utili.
ciao,io sono giusy una donna di trentotto anni. Sono vedova da undici anni,ho una figlia che ora ne ha diciasette di anni,il mio marito e morto in un incidente in fabbrica sul lavoro,e stata una tragedia per me perche ero giovane e disperata.se non era per i miei genitori non so come sarebbe andata….l hanno cresciuta loro mia figlia,e tutt ora viviamo vicine,ma ho il dramma nel cuore che lei vuole vivere dai nonni e non con me,mia figlia.sono disperata,e t comprendo,perche ho un dolore nel cuore che nessuno puo allevire
Ciao sono Katia una mamma di tre bimbi rimasta vedova a maggio all improvviso per una grave malattia mai saputa prima mi trovo in alto mare delle volte sto bene invece alte male ho la forza che mi danno i tre miei bombi quello che mi fa rabbia e che mio marito non c e più per malasanita’. Il più grande che ha 11 anni mi ha voluto affrontate niente ne il funeralenon ne vuole parlare
ti capisco
Ė inquietante quello che leggo … forza ! Se potessi aiutarti …lo farei! Ma l’anonimato di queste discussioni non aiuta.ti incoraggio comunque!!!
Coraggiosissima e Tenacissima Mamma MARGHERITA, ho letto con attenzione il Vs racconto. Lascio un breve commento dato che le parole, in genere, sono considerate secondarie in queste situazioni.
Sono anch’io una mamma vedova. Mio marito non ha deciso ma hanno deciso dal cielo solo dopo 21 giorni dalla nascita della nostra amata bambina. Anche se le modalità sono diverse la sostanza non cambia. Anch’io sto crescendo una figlia da sola e anch’io….
Il prossimo 27 ottobre saranno 10 mesi che il mio unico fratello ci ha lasciato. Aveva 26 anni, bello forte e onesto. Ho scoperto dopo il suo gesto che era un tossico dipendente. Da circa 2 anni era in preda a psicosi. non riesco a capire se per l’abuso o …….
Mio marito ha deciso di lasciare questo mondo una fredda sera d’inverno, quasi 5 mesi fa. E ora non c’è più; e mi manca tantissimo. La vita ora non è più vita: solo il vuoto. E tanto dolore, che ora comincio ahimè a comprendere, sarà senza fine e mi accompagnerà fino all’ultimo. Ho amato tantissimo mio marito e se possibile, ora lo amo ancora di più. Lui è la prima vittima. E mi addolora che nessuno lo capisca; sembra quasi che tutti siano “arrabbiati” con lui. Lui invece deve essere compreso, amato e ricordato per la bella persona che è stata. Piango tanto, ogni giorno. Era stanco della vita, di questa vita e ripensare al suo dolore sordo e alla sua disperazione fa male. Ma fa molto male anche sapere di non essere stata capace di tenerlo qui; di non essere stata abbastanza. Anche questo fa male e ti fa perdere la stima in te stessa. Avete ragione tutti: ti fa sentire inadeguata, incapace, inutile,… Non ho figli: non so se è una fortuna o meno. So solo che affrontare il domani e fare progetti è impensabile. Anch’io come Francesco un passo alla volta, giorno dopo giorno. Guardare aventi e non vedere lui fa male; e guardare indietro e vedere la felicità andata fa male. Così a testa china; oggi e solo oggi. E’ già tanto arrivare a sera. E’ il momento più bello perchè gli scrivo lettere e parlo con lui. Non so se la storia di Margherita sia vera. Il lieto fine in queste circostanze mi sembra impossibile. Dopo una morte cos’, dopo un trauma cos’ì profondo, non c’è più posto per la felicità. Forse, con tre belle creature da crescere, forse in quel caso il futuro può diventare un obiettivo da raggiungere, uno stimolo per guardare avanti. Complimenti a te Margherita per la forza di volontà, per il coraggio, per la tenacia. Sopravvivere a ciò non è da tutti. Solo una domanda: perchè non scrivi nulla di tuo marito, di cosa provi e cos’hai provato tu? Parli di lui solo nella veste di papà, ma non di lui come marito. Cos’è che non scrivi? Scusa non voglio ferirti, non voglio sembrare inopportuna, anche se temo di esserlo; vorrei solo capire, vorrei condividere.
Ciao, rispetto la tua non-identificazione ma mi piaceva darti un nome x il commento che ora lascerò.
Ho letto questo tuo post un sacco di volte, scava la carne e l’anima….ma è esattamente come mi sento anche io, hai spiccate proprietà di linguaggio ed hai reso perfettamente l’idea di ciò ….che resta e che si vive. Anche se è triste, mi ha fatto piacere trovar scritto la mia stessa identica dimensione…mi ha fatta sentire un po’ meno sola….ciao a presto spero….ElenaB.
sono rimasto molto colpito della tua storia.
sono quasi 24 anni che mio fratello è tragicamente morto, ancora nessuno della mia famiglia ammette con certezza che si sia suicidato perchè se ne è andato senza lasciare messaggi, biglietti o altro, anche se negli ultimi mesi era depresso. Io sono il fratello maggiore di 6 anni. Un anno dopo si è sposata mia sorella e 3 anni e mezzo dopo mi sono spossato anch’io, ma non sono sicuro che queste scelte si sarebbero compiute se non fosse successa la tragedia di mio fratello. Io mi porto dietro questa profonda ferita e vado avanti con ansioliti da 24 anni. I ricordi affiorano periodicamente così cone il mio senso di inadeguatezza. Ho un lavoro nel quale dedico molto del mio tempo ed una figlia, da divorziato, alla quale voglio molto bene. Vivo però giorno per giorno con scarso entusiasmo.
Francesco, abbiamo provato a scriverti ma i messaggi tornano al mittente.
Se vuoi puoi scriverci a
soproxi@virgilio.it
così possiamo provare a parlarne.
Paolo
per Progetto SOPRoxi
Ho lasciato un mio commento il 5 marzo, grazie per l’interessamento ma non mi sento affatto pronto per affrontare una analisi sulla mia situazione. So che questo non è di aiuto alla mia situazione ma credo sarebbe ancora più traumatico parlarne. Gli anni sono troppi e tante vite intorno a me sono nate. Quello che mi tiene legato alla vita è non solo il dolore che potrei dare alla mia famiglia che subirebbe un altro tragico evento con conseguenze inimmaginabili ma anche quel filo sottile di curiosità negli accadimenti della vita, non certo della mia, che sento dentro di me anche se sempre più saltuario. Faccio finta che sia una vita vera. La verità è che non potrebbe porsi la necessità di suicidarsi. Sento da tempo che giorno per giorno muore una piccola parte di me.. Spero solo che la mia inadeguatezza, la mia sofferenza non diventi così grande da diventare insopportabile. Penso, del resto, che dovremmo avere il coraggio di ammettere che che non si tratta di scegliere tra la vita e la morte. La vita terrena almeno non è eterna e la morte ci attende sorprendentoci quando magari non ce lo aspettiamo, si tratterebbe solo di anticiparla probabilmente di qualche anno.
Caro Francesco, ogni sopravvissuto trova il suo modo di tornare a vivere. E tu hai trovato il tuo.
Ricorda però che qualora “…l’inadeguatezza, e la sofferenza” diventino “insopportabili” c’è sempre qualcuno che può ancora aiutarti.
Paolo
progetto SOPRoxi
Sto aspettando il mio terzo figlio, un po’ spaventata dall’idea di non essere all’altezza e di non riuscire a gestire al meglio la routine familiare. Mi sono imbattuta per caso in questo sito e nella tua testimonianza. Posso dirti solo che sei una donna e una MADRE speciale. Dalle tue parole traspare la tua grande forza e l’immenso amore per i tuoi figli. Sei un esempio per tutte! Auguro un futuro felice e sereno a te e ai tuoi figli.
Che sia dura è inutile nascondercelo, io non ho dormito una notte intera per dieci anni… Ma tutto si può affrontare concentrandosi sul “qui e ora” , dosando le forze e soprattutto facendosi aiutare. Ti guarderai poi indietro chiedondoti come è stato possibile riuscire a farcela e sarai orgogliosa di te stessa e dei tuoi tre gioielli.
Un consiglio, se posso: non trascurare tuo marito, cerca di costruire con lui l’alleanza e la complicità necessarie per stare bene come coppia e sentirvi uniti Trovate il modo per divertirvi insieme e la vostra gioia renderà più serena la famiglia. AUGURI! Margherita
Ciao M,
anche io ho appena perso un fratello. Anche lui ha deciso di togliersi la vira come tuo marito. Mi rincuore aver letto gli stati d’animo che hai attraversato perchè sono i miei stessi. Spero solo di ritrovare presto la voglia di stare insieme ai miei bambini e a mio marito. In bocca al lupo.
G
Sei una donna forte. io sono figlia di una madre vedova… e leggo nei comportamenti dei tuoi figli quelli avuti da me e mia sorella quando papà se ne é andato. e nelle tue risposte ai loro atteggiamenti, al loro sfogo, il comportamento di mia madre. Ti abbraccio…sii sempre così.