Noi siamo infinito, in originale The Perks of Being a Wallflower, è un film statunitense del 2012, diretto da Stephen Chbosky – autore del romanzo del 1999 da cui è tratto. Si svolge nell’arco temporale di un anno, il 1991, ed è ambientato a Pittsburgh.
Charlie, il protagonista, è un sedicenne appena entrato al college. Il film comincia con la sua voce fuori campo che legge una lettera scritta ad un amico (immaginario) che non lo giudicherà perché è “strano” ed è stato in ospedale. Il primo giorno di college Charlie è infatti il classico adolescente disadattato che guarda la sua carriera scolastica come noi guarderemmo l’ennesimo film americano ripieno di stereotipi: i bulli, i diplomandi, la partita di football, l’imbarazzante ballo finale, il primo appuntamento, il primo bacio… Cioè, sapendo già cosa aspettarci.
E invece – per fortuna – non sarà così, né per il protagonista, né per noi spettatori. Questi elementi ci sono tutti, ma trasfigurati dalla delicatezza, dalla sincerità con cui vengono mostrati dal regista.
Per Charlie la vita cambierà quando deciderà di sedersi, durante una partita, accanto a Patrick, ironico, estroverso, segretamente fidanzato con Brad, e alla sua sorella acquisita/migliore amica Sam (una Emma Watson svestita dai panni di Hermione di Harry Potter). Charlie e Sam hanno dei gusti musicali affini, tanto che alcune canzoni, come Something dei Beatles e Heroes di David Bowie, saranno importanti nella costruzione della loro amicizia. In un simbolico girotondo al ballo del liceo, i due accoglieranno Charlie nella loro cerchia per poi portarlo alla sua prima festa, viene drogato a sua insaputa. Così, il protagonista riesce a parlare con Sam del suo amico Michael, dicendo che “Suo padre era alcolista, e quindi odiava le feste”. “Dov’è Michael stasera?”, chiede ingenuamente Sam. E Charlie: “Si è sparato l’anno scorso a maggio”.
Lo sguardo di Sam si fa improvvisamente serio, ma la ragazza non fa nessun commento. Così, Charlie continua: “Avrei voluto che lasciasse un messaggio”, con un mezzo sorriso, torcendosi le mani. Dopo va in bagno, imbarazzato. Sam è sinceramente preoccupata. Quando Patrick le si avvicina, gli sussurra: “Charlie mi ha detto che il suo migliore amico si è ucciso. Penso che non abbia amici”.
Patrick allora brinda a lui, dicendo: “Al nostro nuovo amico. Tu vedi le cose e capisci. Sei un invisibile.” Interessante che, nella versione originale, l’aggettivo invisibile sia wallflower, cioè “tappezzeria”, una persona introversa che ama stare in disparte e, per l’appunto, preferisce ascoltare, come se fosse invisibile ai più.
Il film alterna flashback con un filtro seppiato che mostrano allo spettatore il ruolo della zia Helen nell’infanzia di Charlie: dai primi sguardi s’intuisce un rapporto di particolare affinità tra i due. Durante una vigilia di Natale, compleanno del protagonista, vediamo Charlie bambino: la zia gli fa promettere che sarà il “loro segreto”, ma mentre va a prendere il regalo per lui, viene investita da un camion e muore. Durante alcune crisi nell’amicizia con Patrick e Sam, i fantasmi di Charlie si faranno avanti di nuovo, prepotentemente. Ricoverato, chiede alla sua dottoressa come smettere di vedere le loro vite, di tutti, perché c’è troppo dolore.
Non svelerò altri dettagli, perché bisogna arrivare alla fine del film – che coincide con l’ultimo giorno di scuola – per sapere fino a che punto siano forti i sensi di colpa di Charlie e come lui riuscirà a elaborare il suo doppio lutto.
Anticipo solo che il finale sarà felice. Charlie scriverà la loro storia con la macchina da scrivere che gli ha regalato Sam, e congederà il suo amico immaginario perché sarà impegnato a partecipare.
Ascoltando Heroes di David Bowie, in macchina, Charlie sta, finalmente, insieme a chi ama, e si sente vivo:
I can see it. This right moment when you know you are not a sad story. You are alive. And in this moment, I swear, we are infinite.
4 Comments
Articolo interessante!
grazie…..hai visto il film?
Si, l’ho visto prima di leggere il libro, ad essere sincero. Ho visto il film in inglese ma ho letto la traduzione ungherese del libro. Ho trovato interessante il narrativo e mi é piaciuto il modo in cui la storia riesce a mostrare le emozioni difficili che gli adolescenti devono affrontare piú spesso che si immagina. Sono un uomo omosessuale, quindi la storia di Patrick e il suo amore segreto con Brad mi faceva piangere, ma é stato bello sapere che non sono l’unica persona con problemi simili. Ho conosciuto alcune persone che si sono uccise e cosí ho riconoscuto nel film il periodo che segue l’evento: molto spesso depressione, il dolore di non sapere il perché e il nostro bisogno di altre persone che ci aiutano mentre proviamo ad andare avanti – il bisogno di avere dei amici.
Naturalmente mi sono piaciute le interpretazioni dei attori, specialmente quelle di Emma Watson ed Ezra Miller, ma pensavo anche che Logan Lerman ha presentato il carattere di Charlie benissimo. Amo la musica del film, é fantastico come presenta al gioventú di oggi un’epoca che non poteva conoscere veramente. Dopo aver finito il film, ho messo “Heroes” al mio cellulare subito.
Scusate il mio italiano, non é la mia lingua materna. 🙂
Grazie per il tuo contributo molto prezioso Marcel! Continua a seguirci 🙂