Si sa che la reazione a una perdita è un’esperienza prima di tutto privata, nonostante le molte affinità che accomunano i luttuati, ed è altrettanto risaputo che le vie del lutto sono innumerevoli, ma con il suo libro Litt Woon Long ci insegna che anche il più inusuale passatempo può rappresentare uno straordinario strumento per rinascere dal dolore.
La via del bosco. Una storia di lutto, funghi e rinascita è una sorta di autobiografia dell’esperienza di lutto dell’autrice che, trasferitasi per amore dalla Malesia ad Oslo in Norvegia, si ritrova sola e disperata per la morte improvvisa del compagno di vita, Eiolf.
Il libro si sviluppa con una narrazione in parallelo, da una parte sulla sua reazione alla morte di Eiolf, dalla disperazione all’angoscia, dalla solitudine al lento ritrovare le fila della propria esistenza, dall’altra sul percorso di avvicinamento a quella che diventerà una vera e propria passione: i funghi e il mondo della micologia e dei micologi.
Le due vicende vengono descritte all’interno dei singoli capitoli, appaiate ma distinte, connotate dal diverso colore dell’ inchiostro, verde per il racconto sul proprio percorso di lutto e nero per tutto ciò che ha a che fare con il suo percorso di avvicinamento alla conoscenza del mondo dei funghi. È straordinario come l’autrice sappia raccontare questi due aspetti della sua vita da luttuata, come le due vicende vengano descritte e raccontate insieme, come la trasformazione del dolore vada in parallelo con la crescita di un nuovo interesse e passione. In ogni capitolo il passaggio da un aspetto all’altro è improvviso, dal racconto leggero, a volte divertente, ma anche dettagliato al limite del didascalico, della sua crescita nel mondo della micologia, a quello plumbeo e cupo del dolore, della disperazione e della solitudine nel lutto. E il lettore ne è coinvolto e non può che accompagnare l’autrice in questo viaggio subendone l’impatto al punto di sentire, con lei, l’alleggerirsi del peso del dolore con il crescere della passione per il nuovo hobby, e tutto ciò che questo comporta.
Per i più, raccogliere funghi è un rilassante passatempo domenicale. Per Litt Woon Long è una cura, una strada per tornare alla vita, il ritrovare un mondo di interessi e di relazioni che erano stati stravolti dalla morte del compagno.
Con la perdita del marito, l’esistenza di Litt Woon si svuota di ogni significato; l’autrice descrive in dettaglio i vissuti emotivi che prova, quello che i luttuati conoscono bene: dallo shock e disperazione alla progressiva e profonda apatia, abulia e sensazione di non riuscire ad andare oltre.
La partecipazione quasi accidentale a un corso di micologia per principianti la proietta piano piano in un orizzonte nuovo e le permette di ritrovare, attraverso tutti i sensi, il significato della vita.
Nel libro si alternano così la narrazione, tanto più asciutta quanto più vera, di una vicenda intima e dolorosa e il resoconto acceso e vitale dell’esplorazione del modo dei funghi, complesso, variegato e misterioso come la comunità umana che lo abita. Con il suo sguardo rigoroso di scienziata (l’autrice è un’antropologa) Litt Woon Long ci fa scoprire il prugnolo bastardo, l’agarico porporino e la succulenta spugnola, e al contempo ci porta a riflettere sull’evoluzione del suo mondo interiore, sui passaggi più intimi, anche se conosciuti e condivisi da molti che hanno sperimentato una perdita così dolorosa.
Con il suo libro Litt Woon Long riesce a emozionaci per la sua profondità umana, di donna che ha saputo trasformare il proprio dolore con il semplice strumento della passione, dello studio e del coinvolgimento.
Paolo
Litt Woon Long, La via del bosco. Una storia di lutto, funghi e rinascita. Traduzione di Andrea Storti – Iperborea, 2019