SUN: Non sei nemmeno capace di asciugarti. Se proprio ti sei messa in testa di stare qui perché io non mi impicchi, potresti almeno aprire la bocca.
SHEN TE: Non so dir niente.
SUN: Insomma, perchè mi vuoi privare delle gioie di quell’albero, sorella?
SHEN TE: Ho paura. Sono sicura che voleva farlo soltanto perché la sera è così triste. (Al pubblico)
Shen Te è l’anima buona che gli dèi del Sezuan hanno cercato a lungo. Colei che per uscire dalla cattiva strada della prostituzione decide di aprire una tabaccheria con la lauta ricompensa che gli dèi le hanno concesso dopo che si è rivelata l’unica persona disponibile ad ospitarli. Ricambierà il paese e i suoi vicini con la sua bontà e diventerà presto l’angelo dei sobborghi. Ma in breve tempo arriveranno anche i primi approfittatori della sua generosità.
Bertolt Brecht scrisse il dramma Der gute Mensch von Sezuan (L’anima buona del Sezuan) fra il 1937 e il 1940, messo in scena per la prima volta nel 1943 a Zurigo. Considerato uno dei maggiori pezzi di teatro epico, Brecht compie una lucida critica al capitalismo, alla religione e allo stesso ruolo della donna interrogandosi per tutto il pezzo sulla possibilità del Bene in un mondo – già allora – dominato da interessi economici egoistici e presuntuosi.
In questa scena Shen Te incontra quello che poi diventerà il suo amore, “l’aviatore senza aeroplano e pilota postale senza posta” Yang Sun, che sta cercando di togliersi la vita. Shen Te lo sorprende sotto un albero con la corda in mano e gli chiede perché volesse fare questo, l’aviatore, risentito, le chiede se sa cosa sia un aviatore e le spiega le difficoltà di esercitare questo mestiere, la rabbia verso se stesso di non aver capito che “di aviatori non ce n’è più bisogno”.
Sun è profondamente irritato dalla ragazza che ha intralciato i suoi piani e la tratta con sufficienza, la chiama “sorella”. Le dice “Vattene, sorella, vattene… Non ho denaro, niente, nemmeno un centesimo. E se anche l’avessi, non è te che vorrei“, pensando che Shen Te volesse tentarlo come le prostitute incontrate poco prima. Ma Shen Te è spaventata, riconosce subito la corda e vuole capire il tentato gesto dell’aviatore. Allora si ricorda di quando da piccola aveva una gru con un’ala zoppa e che al passaggio dei grandi stormi diventava inquieta. L’associazione fra la gru che vuole volare e l’aviatore che non può più salire su un aereo la aiuta a capire la sensazione di fallimento e l’impedimento di seguire la propria inclinazione che spinge Sun a compiere tale gesto e si commuove. Ma Sun è ancora seccato dalla ragazza che ha interrotto le sue intenzioni:
SUN: Non frignare
SHEN TE: No
SUN: Ti guasta il trucco
Shen Te, l’anima buona del Sezuan, allora cerca una risposta universale al gesto dell’aviatore, che da una parte la spaventa, dice “Ho paura” dall’altra cerca di comprendere e di trovare un potenziale elemento responsabile, se la prende con “..la sera che è così triste”. Quasi in uno slancio di critica sociale e di utopica revisione del mondo si augura che nel proprio Paese non esistano più sere tristi, o ponti alti sopra i fiumi che possano tentare gli uomini a buttarsi giù. Come se questo potesse evitare la decisione di chi vuole uccidersi. La buona Shen Te si indigna con l’ora poco prima del mattino, con gli inverni troppo lunghi, troppo pericolosi. Perché secondo lei basterebbe molto poco nella miseria a spingere gli uomini a gettare via la loro vita. Anche solo il buio dell’inverno..
Se solo bastasse la rimozione di quelli….
Nel nostro paese
Non dovrebbero esserci sere tristi,
e nemmeno alti ponti sul fiume.
Anche l’ora fra la notte il mattino,
e gl’inverni tanto lunghi, sono pericolosi!
Giacché nella miseria
basta un’inezia
perché l’uomo si liberi
dell’intollerabile vita.
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In unserem Lande
Dürfte es trübe Abende nicht geben,
Auch hohe Brücken über die Flüsse.
Selbst die Stunde zwischen Nacht und Morgen
Und die ganze Winterzeit dazu, das ist gefährlich!
Denn angesichts des Elends
Genügt ein Weniges,
Und die Menschen werfen
Das unerträgliche Leben fort.
Mariangela Melato interpreta Shen Te in una messa in scena de L’anima buona del Sezuan del 2009 al Teatro di Roma.
(Marina_SOPRoxi)