Venite, tornate, noi ci saremo.
Pánta rhêi è una esperienza residenziale che Soproxi organizza periodicamente per permettere a persone che vivono un lutto da suicidio di incontrarsi, condividere, supportarsi e riflettere sulla propria esperienza personale, il tutto mediato dalle pratiche di Mindful Self-Compassion. Si tratta infatti di un fine settimana da dedicare alla riflessione, nel tentativo di rivedere quanto già fatto con nel proprio percorso di lutto da suicidio, tra deviazioni, scorciatoie o lunghe pause di attesa. Nonostante la perdita sia una costante della nostra esistenza, l’impatto con la morte volontaria, inattesa e imprevedibile, attiva processi di identificazione con chi scompare e con chi resta.
Pánta rhêi è un’opportunità per riflettere sulle nostre emozioni, su come e quanto siamo in grado di accoglierle e viverle. Il percorso del cambiamento è faticoso e richiede tempo, talvolta si cerca di rinviarlo, rifugiandosi nel passato. Nell'affrontare questa perdita significativa il nostro mondo interno deve essere riconsiderato secondo forme nuove, partendo dalla consapevolezza dell’accaduto e vivendo le emozioni ad esso correlate. Questo seminario prevede l’alternarsi di pratiche, per coltivare la consapevolezza in modo compassionevole, così come è praticata nei percorsi mindfulness-self-compassion-based, che contemplano sia la consapevolezza corporea che mentale, oltre a momenti di silenzio. Le pratiche prevedono momenti di tipo dialogico oltre a condivisioni e interazioni di gruppo che offrono uno spazio intimo e un attento ascolto alla relazione e all’esperienza dei partecipanti. L’intenzione sottesa a Panta rhêi è di promuovere un’attenzione consapevole alla nostra presenza, alla nostra mente ma anche al nostro cuore, per un vivere radicato nel presente in armonia con noi stessi, con gli altri e con il mondo.
Pánta rhêi è stata definita un'esperienza rigenerante, bella, confortevole, curiosa, illuminante, coinvolgente, arricchente, interessante, a volte forte ed impegnativa. E' comunque un luogo dove potersi sentire a casa
Cos'è la Mindfulness. Il termine Mindfulness è traducibile dall’inglese come “consapevolezza o presenza mentale”, indica “una modalità di prestare attenzione, momento per momento, intenzionalmente e in un modo non giudicante” e consiste in un metodo finalizzato alla riduzione del dolore e delle sofferenze sia a livello fisico che psicologico. Vivere nel presente è l’essenza delle pratiche di consapevolezza che ci orientano ad accogliere con gentilezza e senza giudizio qualsiasi situazione interna o esterna.
Con la self-compassion offriamo a noi stessi un atteggiamento di comprensione non-giudicante nei confronti delle nostre inadeguatezze ed errori comprendendo la nostra fallibilità nel più largo contesto dell’esperienza umana. Essere capaci di provare compassione nei confronti di se stessi migliora la capacità di provare compassione nei confronti degli altri, perché porta a riconoscere l'interconnessione con le similitudini negli altri.
E’ proprio la vita stessa con il suo bagaglio di incomprensioni, di sofferenze, di perplessità e di intensità diverse ad essere il laboratorio per scoprire e rinnovare questa capacità di vivere pienamente la pluralità delle nostre esperienze; una consapevolezza gentile ci porta a riconoscere le radici della compassione verso se stessi e gli altri.
Leggi l'intervista a Leslie Palumbo nell'Expert Corner, parla proprio del ruolo della Mindfulness nel supporto a persone in lutto per un suicidio.
Per assaggiare l'atmosfera di Panta Rhei dai un'occhio ai video delle edizioni precedenti cliccando sulle locandine, qualche riga più su.
Ecco il PROGRAMMA.Se desideri partecipare a Panta-Rhei-15 iscriviti qui SCHEDA ISCRIZIONE
Arrivederci
(Santa Rhei 14) È stata un’esperienza meravigliosa. Al di sopra delle mie aspettative. Fino all’ultimo era molto indecisa se partecipare o meno, perché ero consapevole che sarebbe stato un percorso dove avrei dovuto far riaffiorare i miei ricordi dolorosi. Invece è stato molto utile, una vera catarsi. Ho preso coscienza delle mie capacità nel gestire le emozioni e i miei pensieri. Attraverso la meditazione ho potuto smuovere la parte più intima della mia sofferenza affrontando con coraggio ciò da cui stavo scappando. Sono tornata a casa con delle nuove consapevolezze, piena di energia positiva e con delle risposte che non stavo cercando. Oltre a questo ho avuto la possibilità di conoscere persone fantastiche, che mi hanno apprezzata, consolata, capita e mai giudicata.
È stata una esperienza molto intensa.
Erano alcuni anni che non partecipavo a Panta Rei, oramai sono passati quasi 7 anni da quando mio figlio Giovanni è morto. Mi sembrava di avere un po’ superato il dolore acuto, di aver accettato in qualche modo quello che è successo, capendo che non si può più modificare.
Pensavo di soffrire meno a rievocare quello che è successo.
Invece quando abbiamo fatto la meditazione in cui ci accostavamo a un episodio doloroso della nostra vita e poi provavamo a darci self compassion, per evitare il fuoco di ritorno, ecco io ho fatto molta fatica.
È stato dolorosissimo, sono tornata al momento in cui mi hanno dato la notizia che Giovanni non c’era più, e io ho capito che la reazione di essere ibernata, pietrificata, che mi aveva avvolto, era una difesa perché un pezzo del mio cuore era morto, in quel momento. Un pezzo fisico del mio cuore.
E ho visualizzato proprio questo pezzo di cuore che diventava di pietra, che moriva a sua volta. Ho provato dolore e senso di costrizione, come se il mio muscolo cardiaco si fosse ristretto. Allora l’ho preso con la mente nelle mie mani, ho cercato di ammorbidirlo, di accarezzarlo, di parlargli, ma per tutta la sera sono rimasta con un pezzo di ghiaccio nel petto. Con questa sensazione fisica forte.
Ecco questo mi ha un po’ sgomentato, la mia reazione ancora così dolorosa.
Poi il giorno dopo le meditazioni che abbiamo fatto hanno lavato tutto, hanno ripulito il mio animo che è tornato più leggero.
Essere stata con voi e con le altre persone che hanno sofferto e soffrono come me è sempre molto emozionante.
Mi ha dato positività e beneficio riprendere a praticare la mildfullness ma forse, per quanto riguarda la self compassion, ho ancora molta strada da fare.
È stato un weekend estremamente intenso ed estremamente piacevole. Sono stati due giorni intensi e vivi, che mi hanno fatta entrare in contatto con me stessa e con gli altri. Vorrei ci fosse più spesso. Grazie ancora di tutto.
E’ stata un’ esperienza di condivisione con persone che hanno provato come me questo forte dolore. La pratica è proposta in modo rispettoso, discreto e senza giudizio. Lo scopo mi è sembrato unicamente quello di poterci aiutare: tra di noi e poi ugnuno verso se stesso, con gentilezza e comprensione. Oggi il dolore è ancora tanto presente, però ho un attimo di sguardo affettuoso anche verso me stessa.
Un abbraccio a tutti i panta-rehisti 2022
La definirei una esperienza molto profonda e toccante. Ho conosciuto delle persone bellissime e sentendo tutto il loro dolore mi sono distratta, per certi versi distaccata dal mio. Il loro è un dolore acuto, vivo, di cuore strappato, lacerato e ancora sanguinante mentre i 27 anni che sono passati per me, anche se non sono bastati a guarirla quella ferita perché nulla potra’ mai, hanno trasformato il mio dolore in un dolore sordo,continuo ma sempre presente. Avrei voluto abbracciarle tutte quelle persone…
Molto belli e utili i momenti di meditazione guidata, la lettura e condivisione di poesie da parte di tutti i partecipanti. In definitiva è stata una esperienza positiva. Grazie…
Nel corso di Panta Rhei 13 ho attraversato varie fasi e provato quindi diverse emozioni. In ordine più o meno temporale potrei dire: curiosità, timore, stupore, scetticismo, concentrazione, fatica, sofferenza, fiducia, consapevolezza, apertura, consolazione, affetto, soddisfazione.
E’ stata un’esperienza sicuramente sorprendente e del tutto nuova per me, diversa da come me l’aspettavo, inizialmente faticosa perché le attività proposte erano lontane dalla mia esperienza e dal mio modo di vivere l’elaborazione del lutto e in generale gli aspetti emotivi della mia vita. E’ stata un’esperienza a tratti dolorosa, ma non destabilizzante. Ho cercato via via di abbandonare le mie resistenze e di concedere fiducia alle persone guida e agli altri partecipanti, e quindi di partecipare in modo attivo e critico/autocritico. Ho appreso nuove strategie che sto cercando di applicare durante la vita quotidiana (ci vorrà tempo e impegno), e soprattutto ho conosciuto una parte di me stessa che sicuramente mi darà nuove risorse per affrontare non solo la perdita di mio figlio, ma in generale le difficoltà e le sorprese della vita.
Panta Rhei 13 è stato coinvolgente, nel senso della compartecipazione del dolore da parte di altre persone che sanno cosa vuol dire provare lo stesso dolore.
Panta Rhei 13 è stata un’esperienza importante per me ma molto complessa mi ha permesso di scoprire alcuni punti insondati del mio sentire. Mi ha permesso di sapere che c’è una rete di persone se lo desidero che può essere presente per me e io per loro.
Panta Rhei 13 è stata un’esperienza molto intensa, anche troppo, avrei voluto piu’ pause, insomma molto stancante, mi è sembrato un po’ di avere fretta, di dover fare tanto lavoro, quasi di avere una scadenza.
Mi e’ piaciuto molto conoscere lo staff Soproxi e le altre persone, mi sono sentita molto accettata e connessa.
Ho trovato molto utili alcune meditazioni, sopratutto le visualizzazioni (ad es. la montagna) o la meditazione camminando, mi hanno fatto sentire “grounded” – le ho trovate anche facili da rifare a casa, altre non sono riuscita bene a seguirle, cioè a concentrarmi, magari perche’ troppo intense per me, ad es. visualizzare il dolore, o parlare con la persona cara.
Bello muoversi un po’ con lo yoga, sarebbe stato bello muoversi un po’ di piu’ perche’ mi sembra uno strumento molto accessibile per mettersi in contatto con le sensazioni del corpo, e per controbilanciare le meditazioni che ho trovato molto intellettuali.
Nel complesso insegnamenti molto preziosi, tanta saggezza sia dal team che dai miei compagni, forse le mie aspettative erano diverse nel senso che mi aspettavo un pochino piu’ di tempo per noi.
A Panta Rhei 11 è stato bello ascoltare le storie degli altri partecipanti, è stato un po’ di conforto per il dolore che provo, una consapevolezza di non essere sola nel soffrire.
Nonostante l’età e i limiti fisici mi sono sentita bene e vi ringrazio immensamente.
Panta Rhei 11 (ero già stato all’edizione precedente) è stata un’esperienza rigenerante.
Panta Rhei 11 è stato un incontro al di sopra delle aspettative non pensavo che avvicinarmi a persone estranee però con lo stesso mio problema potesse essere così naturale come se ci conoscessimo da sempre.
Mi ha fatto bene questo perchè da quando è successa la tragedia incontri persone che non sanno cosa provi e o ti evitano o non sanno cosa dirti. Ho trascorso questi due giorni come se ci conoscessimo da sempre mi ripeto in questo. Capisci il pianto lo sfogo la voglia di abbracciarti spontaneamente essere tutti uniti per aiutarci a vicenda.
Io sarei stata là ancora perchè le varie attività mi hanno fatto bene fisicamente e mi sembrava di essere in quella stanza protetta e capita non giudicata e al sicuro.
Un grazie a tutti voi che siete degli angeli.
Il ritorno a casa mi ha portato alla triste realtà tanto che il sonno non è stato dei migliori pensavo agli amici del gruppo che avrei desiderio di chattare con loro,, non so se è possibile.
Grazie.
E’ stata una bella esperienza, tutto curato nei minimi particolari. É stato bello e utile aprirsi e confrontarsi con persone che hanno attraversato lo stesso dolore, però la settimana dopo mi sono sentita molto triste, ho percepito molto il vuoto, probabilmente dovuto al fatto che durante le pratiche di meditazione ho rivisto molti momenti dolorosi post suicidio del mio compagno a cui avevo cercato in questi mesi di non pensare tenendomi sempre impegnata. Comunque con gli strumenti acquisiti in questo week-end penso che sarò in grado di superare anche questo brutto periodo poiché penso che come nella storia della farfalla ognuno ha i propri tempi. Un grazie a tutti di cuore.
Era la prima volta che partecipavo a Panta Rhei (11a ed.), quindi un misto di curiosità, un po’ di imbarazzo e voglia di provare. I primi momenti sono stati quindi “guardinghi”, ma con il passare del tempo l’atmosfera era sempre più favorevole sia per quello che ci era proposto sia per il coinvolgimento con gli altri partecipanti, accomunati dallo stesso problema ed intento.
Devo dire che ho legato di più con qualche persona, sia durante gli esercizi che durante i pasti, ma penso che questo sia naturale.
Voglio esprimere un ringraziamento a tutto il team che ci ha supportato per la loro disponibilità, la loro gentilezza, la loro professionalità.
L’ evento Panta Rhei 11 è stato illuminante, una parentesi per se stessi tra persone che condividono un dolore immenso.Mi sono sentita accolta e capita fin da subito. Le tecniche di mindfulness e self- compassion mi hanno aiutato a fare un po’ di chiarezza su me stessa. Ringrazio di cuore gli organizzatori e i partecipanti per il calore e la cura che mi hanno dato
Panta Rhei 11 è stata un’esperienza di accoglienza umana necessaria per il mio dolore. All’inizio ascoltare le storie degli altri è stato sconvolgente. Volevo scappare,la mia fragilità si è mostrata ed il dolore degli altri ha risvegliato il mio. Poi la perseveranza ha mosso qualcosa e mi sono sorpresa in modo piacevole di me stessa. La consapevolezza di alcuni sentimenti è stata illuminante. Al termine è stato molto bello abbracciare i miei compagni. Ho abbracciato come se fossi una figlia, sorella, ed ho ricevuto il medesimo calore nel sentirmi accolta.
Grazie per la vostra presenza e umanità.
Panta Rhei 11 è stata un’occasione di condivisione delle emozioni e delle paure che provo. È stato anche possibile sentirsi parte di un gruppo che ha una profonda sofferenza che assomiglia molto alla mia.
Ho avuto un sollievo con le pratiche che proverò a utilizzare anche a casa…. Almeno alcune che mi sono rimaste più impresse.
La mia esperienza a Pantha Rhei 11 è stata molto al disopra delle aspettative sotto tutti i punti di vista.
Sarebbero davvero tante le tematiche che vorrei commentare e penso che lo farò in altra sede perchè mi ci vuole un po piu di tempo per organizzare le idee.
Panta Rhei 11 é stato bello , dolcissimo e coinvolgente. una bella esperienza , da ripetere e da consigliare ad altri che hanno purtroppo vissuto la nostra esperienza. non conoscevo questi metodi è stata una bella sorpresa.
Interessante, coinvolgente, arricchente.
Tranne in alcuni momenti, in cui ho avvertito il gran dolore che mi circondava e mi “prendeva nelle ossa”, sono riuscita ad esprimermi e a cogliere i suggerimenti, le modalità delle pratiche, mi sono sentita parte del progetto.
Alla fine del weekend ci hanno chiesto di descrivere questa nostra esperienza con una parola. Ho scelto “schiarire”. Panta Rhei 10 mi ha permesso di vedere il mio orizzonte più chiaro, con più speranza e fiducia. Conoscevo già la Mindfulness ma non ero mai riuscita a praticarla con qualcuno come guida, e ho intenzione di proseguire con questo tipo di meditazione per poter migliorare la mia vita in generale. Il team di Soproxi ci ha accompagnato in maniera gentile e serena in ogni pratica, senza alcuna pressione. Ho apprezzato il loro rispetto verso il silenzio e le parole di ciascuno. Ogni contributo era seguito da domande per permettere alla persona di riflettere piu a fondo, ma senza alcuna costrizione. Ognuno era libero di essere come meglio si sentiva. Non era facile gestire il profondo dolore che si percepiva nella stanza, e il livello di profondità a cui si andava con la meditazione, eppure ogni partecipante ha provato del suo meglio. Sentivo lo sforzo collettivo, sentivo la voglia in generale di andare avanti, di stare meglio. Questa forza mi ha permesso di credere in noi, in me, nella mia famiglia. Per questo vedo un orizzonte più sereno.
Molto impegnativo e drammatico raccogliere le disgrazie di tutti i partecipanti. Bello poter condividere il proprio dolore . Bella l’ultima ora con la domanda “cosa vuoi fare tu per te per stare bene che ti fa piacere” Carini e teneri tutti partecipanti – i docenti – e gli assistenti.
Come sapete, ho maturato piano piano la decisione di partecipare per la terza volta a quest’esperienza, perché lo ricordavo come un percorso molto positivo, ma emotivamente davvero molto carico e impegnativo. In un primo momento non mi sentivo pronta. Ma a farmi cambiare idea è stato proprio percepire il rischio di lasciare piano piano scivolare nel fondo le tante emozioni e paure legate alla mia condizione di “sopravvissuta” …con l’incredibile ripetersi nella mia famiglia di un suicidio questa estate ho sentito il bisogno di ripetere anche l’esperienza di Panta Rhei, soprattutto per ritagliarmi uno spazio tutto mio, confrontarmi (di nuovo) con persone che condividono un dolore davvero particolare, aprirmi agli altri e “offrire” il mio vissuto, che nella vita quotidiana resta quasi sempre “tutto mio” e raramente esce dalla mia sfera privatissima. Adesso, a posteriori, ho l’impressione di essere tornata a Panta Rhei con lo spirito di “nutrire” il mio dolore, attraverso il dolore ma anche l’energia degli altri. Ho avuto conferma che il dolore, anche a distanza di 10 anni dal lutto principale di mio padre, non passa: mi ha sorpreso la pratica sull’ emozione prevalente al momento della perdita; le emozioni erano ben vive, mescolate e mi hanno chiuso il respiro….
In alcuni momenti mi sono distratta soprattutto il sabato mattina, forse ho sentito un po’ di stanchezza. Ma in generale ho assorbito tanta positività e voglia di rinascita: questa volta ho sentito nella stanza più la vita che la morte, come è ben emerso dal testo della canzone incredibilmente scritto collettivamente in pochi mm!
Se dovessi scegliere una parola adesso per sintetizzare questa nuova esperienza direi: cambiamento.
È stata sicuramente un’esperienza positiva, anche se molto faticosa e dolorosa. Sono stata” costretta” a condividere apertamente con gli altri il mio dolore, a parlare di quello che provavo ed ho provato… neanche con me stessa ero prima riuscita ad essere così sincera .
L’esperienza a Panta Rhei 10 è stato un’altro passo in avanti nell’accettazione del suicidio di mia moglie; una presa di coscienza che la vita può essere vissuta ugualmente anche senza la mia Compagna di una vita; un punto di ripartenza, una ripartenza fiduciosa; la constatazione e la conferma che potrò in qualche modo essere di aiuto per i miei figli se prima aiuto me stesso.
E’ stata una esperienza che credo mi rimarrà impressa perchè mi ha indicato una via.
Ho imparato alcune cose che, nonostante avessi in qualche modo già esplorato, si sono palesate non in teorie, ma nella esperienza vissuta e si sono armonizzate tra loro. Le principali sono il valore della consapevolezza per attraversare le emozioni come paura, rabbia e senso di inadeguatezza, il valore del prendersi cura di se stessi, la necessità di non giudicare e rifiutare alcunchè durante la mindfulness.
Guardare e parlare con persone che soffrono come e più di me, riconoscersi in storie personali o poesie che ci accomunano mi ha fatto sentire parte di una umanità con un carattere di fratellanza che avevo dimenticato.
Sono tornato a Pantha Rei con l’obiettivo di avere una maggiore dimestichezza con le pratiche di mindfulness. Mi ero reso conto infatti che, dopo i primi tempi, avevo perso abitudine ad utilizzare queste tecniche.
Ma Pantha Rei non è un seminario ma una esperienza di vita e la vita ci porta ben oltre a quello che si può programmare, progettare o semplicemente immaginare.
E questa volta sono stato un po’ travolto dalle storie dei miei compagni di viaggio.
Le nostre storie. Come una di loro mi ha detto: “è davvero tanta roba …”
Penso che sia stato utile, anche se abbastanza difficile x me che mi approcciavo x la prima volta a pratiche simili. Avrei gradito più momenti di dialogo tra i partecipanti .
Ho partecipato a Panta Rhei 10, avevo già una idea “teorica” di cosa fosse la mindfulness, ma farne esercizio è un altra cosa.
E’ stata una esperienza senz’altro utile, che sta iniziando piano a dare qualche risultato, nel fatto che mi prendo dei momenti in cui riancorarmi al presente. Spero di riuscire a continuare.
L’incontro con gli altri partecipanti al weekend è stato positivo. Mi spiace di non essere riuscito a condividere molto delle emozioni provate, ma ancora parlarne in pubblico mi riesce difficile. E comunque parlare in pubblico per me è sempre stato un problema…mi stupisco ancora di riuscire a portare le parole di Antonella in giro. Nei gruppi più ristretti le cose sono sicuramente andate meglio.
L’unica cosa che mi sento di dire a proposito della organizzazione, è che a me è sfuggita la ratio dietro le pratiche “musicali”. Magari per voi è ovvia, ma a me rimane qualche dubbio.
Con Panta Rhei 10 ero alla seconda partecipazione. Un esperienza intensa, una comunione assoluta con tutto e tutti i presenti,un tuffo nelle emozioni intense …Sono stata bene, e lo sapevo già.Mi porto tutti nel cuore.. le storie e le sensazioni correlate. Non ho molte parole per dire come mi fa sentire ..ci provo…Una sorta di sentirsi tutt’uno con tutti coloro che erano lì.
Voi tutti poi che vi prestate a portare avanti questo progetto su misura per noi ,per me siete la prova che esiste il buono nelle persone che va oltre il materialismo
È una esperienza laica, d’accordo, ma ricca di spiritualità come poche
Probabilmente in altri contesti non mi sarei approcciata alla Mindfulness con l’interesse e la motivazione con cui ho affrontato il weekend a Panta Rhei 10. Non è stato semplice ascoltare e non essere travolti dalle storie degli altri partecipanti. Nel complesso,sono tornata a casa molto più consapevole delle mie sensazioni nei confronti del dolore che ho provato e provo; credo di aver capito di poter gestire meglio le mie emozioni anche se la meditazione è, per me, molto difficile. Penso mi eserciterò in questa pratica nel quotidiano anche per ricavare del tempo per me stessa.
Al ritorno a casa devo dire che mi sono mancate molto le persone, i luoghi e le pratiche ( in quanto appuntamenti regolari) nonostante tutti (persone, luoghi e attività) fossero, fino a 48h prima, estranei alla mia vita. Sarei voluta tornare là.
Penso potrei ripetere l’esperienza, questa sicuramente mi ha lasciato molto.
Grazie.
Panta Rhei 10 è stata un’esperienza incredibile e fuori dal comune, direi che ci sono solo aggettivi positivi!
un grazie sincero al Dr Paolo Scocco, Collaboratori e Volontari: avete fatto un GRANDE E BELLISSIMO lavoro…un grazie anche a Tutti i Partecipanti di questa 10ma edizione: e’ stato illuminante conoscerVi …mi piacerebbe rimanere in contatto con tutti…ho i contatti di Stefano, Deborah e loriana ma mi piacerebbe avere quelli degli altri partecipanti…
finalmente sono riuscito a piangere in modo liberatorio, imparare la pratica del respiro e le altre vissute insieme…certamente mi sono utilissime nel quotidiano avere l’incontro settimanale con il Dr Scocco rimane un punto fermo mi ha impressionato -positivamente- la facilita’ della condivisione fra noi…anche la mia…prima di venire non ci avrei mai scommesso
certo aver visto morire Sara rimane e rimarrà’ un dolore per tutta la vita ma ora so di avere dei compagni di viaggio con i quali condividere la sofferenza…spero di poterli incontrare al di fuori di questa esperienza
oggi mi iscriverei al prossimo Panta Rhei con mia moglie Antonia proprio per rivivere le varie pratiche e la condivisione libera senza barriere
GRAZIE ancora
E’ la seconda volta che partecipo a Panta Rhei, mi sono ritrovata nei luoghi, con gli altri partecipanti, con gli organizzatori, come con degli amici a casa.
E’ stato bello, anche se avevo già fatto il percorso, mi è sembrata lo stesso una esperienza nuova e arricchente.
Mi ha messo in contatto con il mio dolore, con mio figlio che non c’è più, con tutto l’amore che provo per lui, sempre.
Però mi ha messo in contatto anche con l’altro mio figlio e mi ha fatto comprendere la parola “noi”, riferita a me e a lui.
Ho percepito che il mio Gio è nel profondo del mio cuore, ma che nel presente c’è mio figlio Carlo, che siamo noi adesso, e questo per me è stato molto importante. Essere riuscita a lasciare andare Giovanni e a sentire prepotente il bisogno di fare delle cose buone per Carlo, di dividere con lui delle esperienze.
Non è facile vivere le relazioni familiari, quando si rimane così… senza un figlio, perché si è tolto la vita.
Bisogna ricostruire, cambiano gli equilibri, si creano nuove relazioni, e non sono cose automatiche, ci vuole del tempo.
Questi giorni di meditazione, mi hanno fatto affiorare prepotente questo pensiero, questa emozione. Che Carlo è la vita. che per me c’è solo lui adesso.
Mi porto a casa questo, dall’ultima edizione di Panta Rhei, e per me è tanto.
L’esperienza a Panta Rhei è stata Intensa. Molti degli esercizi di meditazione sono serviti. E’ stato molto utile condividere questi momenti con altre persone che avevano un vissuto molto simile. Alcune delle conversazioni /mediazioni guidate sono state molto utile per incominciare un percorso di riflessione. Ho trovato che ci fosse un giusto bilancio tra le varie componenti del weekend.
Per me Panta Rhei 9 è stata una esperienza totalmente nuova non avendo mai fatto esperienze di meditazione (ed anche discipline orientali) se si esclude qualche esperienza di preghiera in un percorso spirituale di oltre un anno che ho voluto sperimentare dopo la tragedia.
Non avevo focalizzato il tipo di pratiche e sono arrivato quindi sostanzialmente impreparato; questo credo sia stato un grande vantaggio per godermi l’esperienza un po’ con la meraviglia del bambino.
L’esperienza è stata molto positiva e la possibilità di confronto con gli altri sopravvissuti davvero ‘compassionevole’, ognuno con le proprie peculiarità ma con problemi e reazioni spesso simili ai miei o che spesso sono stati i miei.
Per me è stato anche molto faticoso; la vita che conduciamo è sempre ‘altrove’, impegnati nella quotidianità e lontani da noi stessi e lontani dal tempo attuale, spesso tentando di ricostruire i nostri pensieri come mattoncini lego per dare un senso alla vita passata o tentare di ipotizzare una vita futura con pochi mattoncini messi lì alla rinfusa ma mai nel presente. Mi vedo con la psicoterapeuta solo un’ora ogni due settimane: trovo troppo faticoso vederci ogni settimana.
Direi che tutti gli obiettivi che mie ero posto sono stati ampiamente superati: ho pensato molto più al presente in questi quasi 10 giorni trascorsi. Un grande risultato. Grazie
L’esperienza è stata davvero forte e ricca di emozioni. Credo ora di essere in fase di rielaborazione
Panta Rhei 9 è stata una esperienza di cui posso solo ringraziarvi anche se parecchi contenuti mi erano noti, è un privilegio ci sia una sensibilità del genere a Padova ,
Al tempo stesso mi chiedo se esistano dei centri in cui si pratichi con frequenza self compassion in modo da continuare in gruppo questo processo che non può farci altro che bene.
Ho partecipato a Pata Rhei 9, era la prima volta, da quando è morta Dora, mi sono sentita compresa. Ho sentito dire , dalle altre mamme, frasi che da mesi risuonano in me e questo mi ha fatto sentire meno sola. Non avevo mai meditato prima, perciò, è stata una nuova esperienza, non sempre facile, ma sicuramente mi ha fatto prendere consapevolezza di quanti pensieri la nostra mente produce e ” lasciarli andare” è ciò che mi sto ripetendo, soprattutto quando i pensieri sono dolorosi.
I conduttori hanno contribuito a creare un ambiente accogliente e rispettoso nel quale mi sono sentita a mio agio. Un weekend non può , naturalmente, alleggerire la sofferenza, ma ti può aiutare ad apprendere delle tecniche da spendere nella quotidianità…un’altra sfida.
Panta Rhei 9?
Esperienza molto toccante dal punto di vista emotivo, sia perché abbiamo rievocato certe situazioni sia per la condivisione delle nostro vissuto con gli altri. In una parola lo definirei un weekend liberatorio
Per me è stata un esperienza positiva. Ho apprezzato moltissimo la possibilità di parlare con altre persone che hanno avuto esperienze simili alla mia. Direi che le pratiche a volte sono state un po’ difficili, semplicemente perche non avevo nessuna esperienza con la meditazione, pero mi sono comunque sentita a mio agio.
Panta- Rhei 9 mi ha reso ancora più consapevole della”realtà”che stò vivendo nel mio quotidiano,la vita va vissuta lo stesso imparando ad accettare quello che ti dà ,i cambiamenti non dipendono da noi ma dipende nello accettare con consapevolezza dei propri limiti.
Panta Rhei 8 è stato molto interessante, un momento di stacco anche dalla vita frenetica di tutti i giorni consentendomi di potermi concentrare su quello che stavo attraversando senza dover ogni volta rimandare perché non c’è tempo, non c’è spazio ecc. Un momento per riscoprirmi e riscoprire le mie emozioni e portarle alla luce. Sentire le condivisioni degli altri epartecipanti e condividere a mia volta è stato liberatorio. Questa esperienza mi ha fatto anche incontrare delle belle persone e con alcune di esse anche di stringere un inizio di amicizia. Alcune delle tecniche di meditazione le ho messe in pratica anche nei giorni successivi.
Sulla mia esperienza a Panta Rhei 8: Mi è piaciuto il posto, un ambiente accogliente e al tempo stesso umile e bello. Molte cose dette, viste e sentite continuano a produrre effetti nella mia mente, mi sarebbe piaciuto avere ancora del tempo da passare con gli organizzatori e i conduttori, vivendo a Milano per me questo è più difficile, e mi dispiace.
Mi sono sentita capita e accolta nel mio dolore, immenso, mi è sembrato di intravedere una via per renderlo più sostenibile. Ho scoperto di avere, alla mia portata, uno strumento molto potente, il respiro, che mi può calmare e tranquillizzare quando voglio. Che non ho mai utilizzato prima.
A volte, in questi giorni, mi capita di prestare attenzione al mio respiro, anche solo per pochi secondi – ad esempio, prima di incontrare delle persone di lavoro, ancora di più mio figlio maggiore, con cui ho una relazione spesso difficile -, e rendermi conto di quanto mi sia utile.
Tornerò sicuramente alla prossima edizione, mi piacerebbe che venisse anche mio figlio Carlo, ma non credo che verrà.
La consapevolezza di stare con quello che c’è ora, di trattare con gentilezza me e gli altri, di saper aspettare, quando il fuoco del dolore arde e può risucchiarti con la sua fiamma…..che se cambio il mio modo di pensare anche il mondo intorno a me cambierà. Che i nostri pensieri sono come le nuvole, vanno, vengono, tornano, a volte restano, anche per una settimana, e non ti fanno più vedere neanche il sole…ma poi vanno via.
Tanti spunti, tante sollecitazioni che mi porto dentro, preziose, e che penso mi aiuteranno.
Grazie davvero, accostarsi al dolore degli altri, a questo tipo di dolore in particolare, non è facile. Vi sono grata.
Ho partecipato a Panta Rhei 8, ed è stata un’esperienza molto intensa. Forse nel mio caso si tratta di un inizio. E’ stato molto intenso ascoltare gli altri, essere ascoltato e riflettere sull’assenza di giudizio. Forse sono più confusa di prima, ma i due giorni mi hanno aiutato a percepire una possibilità per un ascolto calmo e sincero di se stessi.
..Partecipando a Panta Rhei 8, pensavo fosse la fine del mio percorso e invece è stato solo l’inizio… Ho capito che non provo nemmeno un po’ di compassione per me… E questo mi spaventa… Il momento più duro è stata la sera del primo giorno… Quando ci avete “dedicato” canzoni, poesie, frasi… Era un po’ un prendersi cura (almeno così l’ho vissuta) e volevo scappare…
Ho detto a Paolo in un’occasione “Se tornassi indietro non parteciperei più”… Riflettendo successivamente e dopo aver fatto decantare le emozioni direi che non lo penso più per il fatto che mi è servita… è stato anche (cosa non da poco) il mio primo viaggio (lungo intendo) da sola della mia vita e anche per questa è stata un’esperienza…
Esperienza positiva, non mi aspettavo altrimenti avendo già avuto una prima esperienza. Questa volta ho condiviso le giornate con la compagna di mio fratello Roberto ed è stato un valore aggiunto.
A parte Daniela che c’era nel Panta Rhei di marzo non conoscevo nessuna delle altre partecipanti, tranne ovviamente gli operatori e i volontari che sono per me delle figure rassicuranti.
Rifare le pratiche che già conoscevo è stato un punto di confronto per valutare l’evoluzione del mio percorso nell’affrontare le perdite, e sono “contenta” perché ho avuto modo di constatare che sono in grado di gestire la sofferenza, il dolore è sempre presente anche se non più così forte, ma la sofferenza legata ad esso, ai ricordi, alle emozioni, riesco a tenerla sotto controllo, a non lasciarmi invadere e non esserne sopraffatta.
Grazie a Panta Rhei riesco ad avere compassione di me, pensare che sono stata la peggior amica del mondo di me stessa e mi sono trattata così male quando soffrivo di più, mi ha aperto la mente, diventare consapevole è questo. Come accendere una luce in una stanza buia e riuscire a vedere le cose come sono e non come le immaginiamo.
L’energia positiva che si crea tra di noi quando siamo tutti insieme nella stanza mi rigenera ogni volta, la porto con me, e mi ci immergo ogni volta che ne sento la necessità.
Grazie, infinite.
Per me sono già alla 4 esperienza di Panta Rhei e devo dire che ogni volta ne sono uscita sempre più consapevole che il mio percorso “nel elaborare il dolore”va avanti in positivo,certo con alti e bassi. Non è.. e non sarà mai facile il mio andare avanti,il mio rendermi conto della dura realtà che mi ha travolto. Con Panta Rhei si acquista più consapevolezza che non sei solo, che con fiducia , tenerezza, perdono si acquisisce forza interiore. Capisci che condividere la stessa esperienza dolorosa con altri della stessa realtà è “bello” ti fa sentire a casa. Parlo così perchè nella vita quotidiana di tutti i giorni, la morte è qualcosa di inevitabile e bene o male la si accetta….ma di questa morte non èf acile parlare….vuoi per vergogna.. vuoi per non accettazione…è più facile sentire dare giudizi… rimproveri.. che comprendere e perdonare. Io personalmente per il mio modo di essere ho sempre temuto il giudizio degli altri…sbagliando lo so, ma è sempre stata una mia condizione…stranamente però quando mi è successo questo dolore, non mi è importato sentire gli altri dare giudizi e altro riguardo a me, però mi faceva tanto male sentirli riguardo la mia Elena per quello che ha fatto….questo fa male nessuno ha cercato di capire i suoi perchè (al primo impatto sono onesta neanche io, e me ne vergogno)…ma a distanza di tempo ora credo di aver capito il suo gesto e lo accetto, fa male ma lo accetto! La mia vita è cambiata di sicuro, alle cose di prima non do più molta importanza…se non quelle necessarie per la vita per andare avanti, per seguire i ragazzi e le nipotine. Nella mia vita credo di avere dato tutto quello che potevo e ora penso che pensare solo al presente mi possa fare bene…cercare di vivere al meglio il presente credo che sia la soluzione migliore! dovrei capire che il futuro sta in quello che dobbiamo continuare ad essere…quello che sentiamo dentro di noi per andare avanti….lo capisco… c’è ancora tanto cammino da fare e per me non sarà facile!!! Grazie a tutte le mie compagne e compagni di questo cammino ho capito che condividere è una cosa bella e costruttiva. Spero che al prossimo Panta Rhei, se potrò esserci, tornerò ancora più forte….un bacio Daniela.
Ho partecipato a Panta Rhei 8. Credo che sia stata un’esperienza al contempo bella e forte. Ho conosciuto tante persone che hanno vissuto un’esperienza e, purtroppo, un dolore simili ai miei. Con loro ho parlato, mi sono confrontata, mi sono sfogata. Le emozioni che ho provato sono stata tante, forti e non sempre positive, anzi. Più che altro ho sentito tristezza e angoscia, ma ci sono stati dei momenti, quando parlavo con le mie compagne, nei quali mi sentivo sollevata. Insomma, direi che la partecipazione a Panta Rhei è stata bella e brutta al contempo, però la rifarei sicuramente e infatti ritornerò, se ne avrò la possibilità. Gli esercizi di yoga e di meditazione sono stati interessanti e soprattutto credo mi siano serviti per rilassarmi e prendere più consapevolezza del mio corpo. Anche la condivisione tra tutti e quella divisa in gruppi è stata bella, così come le attività con la musica. Credo, però, che due giorni siano pochi per entrare davvero nello spirito di Panta Rhei. Personalmente, ci ho messo un giorno a cominciare a prendere consapevolezza con il mio corpo. Le emozioni il primo giorno sono state così tante e così intense che ero distrutta. Domenica è stata più leggera. Penso però che servirebbero come minimo quattro giorni. Credo che, se le attività andassero, come dire, diluite, anche le emozioni che proveremmo sarebbero sì forti, ma potremmo rifletterci più con calma e avere il tempo di assimilarle meglio.
Mi ha fatto piacere partecipare anche se non so esattamente cosa potrei dire di essermi portata via.
Ho trovato l’esperienza lieve e delicata, più simile a una sorta di preghiera collettiva che non a un gruppo di terapia. Tuttavia, non posso dire che mi aspettassi qualcosa di molto diverso, né che lo desiderassi.
Volevo incontrare altre persone, capire come fanno gli altri.
La brevità e la compattezza del tempo trascorso insieme ha lasciato poco spazio al tempo lento delle emozioni e all’emergere delle sfumature, tuttavia ha fornito suggestioni, ha tratteggiato dolcemente delle possibilità. Trovo che questo sia molto.
Per me è stata la seconda esperienza di panta rhei e la giudico estremamente positiva. Io l’ho vissuta come una forma di “manutenzione” a certe dinamiche salvifiche e a certi meccanismi che sono dentro di noi e che devono essere praticati costantemente per funzionare bene.
E’ stata un’esperienza del tutto nuova per me e molto positiva. La condivisione con gli altri del dolore per la stessa tragedia ci ha consentito di intenderci e di interagire da subito e si è creato un clima molto rilassato. Mi avete fornito degli strumenti validi per affrontare la tempesta di emozioni e di pensieri che in questo periodo mi hanno invaso e fatto perdere il mio equilibrio.
Ho apprezzato la Vostra discrezione ma, se ce fosse stato il tempo, avrei voluto avere un colloquio personale e riservato con uno del team per poter chiarire qualche aspetto.
Vi ringrazio per il lavoro che fate e di certo consiglierò questa esperienza a quelli nel bisogno.
E’ stata una esperienza molto interessante e rilassante, anche ha coinvolto molte emozioni.
Non avevo mai avuto occasione prima di fare pratiche yoga o di meditazione ne ero venuta in contatto diretto con tante altre persone con una esperienza di lutto per suicidio.
Mi hanno colpito le due tematiche centrali che trovo molto appropriate Mindfulness e self compassion. Avrei dato più spazio a tempi di conoscenza reciproca e scambio esperienze in quanto molto incoraggianti al fine di sentirsi meno anomali e strani in questa esperienza che rende molto isolate. Lo staff è eccezionale e mette a proprio agio. Avrei inserito anche degli spazi da parte dello staff di descrizioni di quelle che sono le fasi tipiche e comuni di questo lutto, sempre per aiutare nel dare una normalità ed esorcizzare sensazioni così nuove e anomale che spaventano. (come rabbia senso di colpa..immagini di morte).
Grazie comunque di questa opportunità che sarebbe il caso di divulgare maggiormente,
E’ stata una nuova esperienza che giudico abbastanza positiva soprattutto per aver avuto la possibilità di confrontare/condividere l’evento sfortunato. Sembrerà strano, ma ciò che più mi è rimasto impresso è quello di avermi ricordato che il dolore e la sofferenza è un qualcosa che non avrei potuto non affrontare e che, pertanto, è necessario prepararsi ad affrontarla nei migliore dei modi.
La mia seconda esperienza è stata molto utile e positiva perchè mi ha permesso di capire a che punto sono nel percorso dell’elaborazione del lutto e di rendermi utile agli altri partecipanti con la mia presenza, la mia storia. Ho potuto verificare come le nostre profonde ferite ed il nostro estremo dolore, siano più sopportabili e gestibili se elaborate in un percorso di accettazione condiviso con altre persone in grado di comprendere nel profondo.
E’ stata inoltre una desiderata occasione per rendere grazie a voi tutti di Soproxi, gentilissimi conduttori del progetto Pantha Rei; senza il vostro generoso supporto e la dedizione nell’ascolto non avrei potuto raggiungere un così buon risultato su me stessa.
Ritengo che la nobile missione di Soproxi sia di vitale importanza. Per me è stata una vera ancora di salvezza, un punto fermo che mi ha permesso di rimanere orientata.
Con infinita gratitudine, sono a porgere un carissimo saluto a voi tutti nel rimanere a disposizione per qualsiasi cosa.
Come le altre volte ho trovato un pò di pace alla vita pesante che sto conducendo. Mi sono posta delle domande e ho fatto riflessioni. Ho rispolverato e rivalutato la tecnica del mind fullness.
Esperienza intensa, in alcuni momenti è stato un ritornare indietro, con tutta la sofferenza che ne consegue, ma per ripartire di nuovo, più forte di prima e con nuovi spunti di riflessione.
Ho trovato molto conforto e tante piccole attenzioni da tutte le persone presenti (compreso voi di Soproxi), tutto questo mi ha fatto stare bene.
È sempre un’esperienza di grande profondità e condivisione. Le diverse tecniche di mindfulness aiutano ad affrontare meglio la sofferenza e ad aprirsi a nuove prospettive per trasformare il proprio dolore. Il dialogo con i partecipanti e con gli accompagnatori è sostegno e incoraggiamento ad affrontarlo.
Come già la precedente esperienza, quella di Panta rhei 7 è stata molto intensa, e soprattutto diversa, anche se alcune delle pratiche fatte le conoscevo già. Mi sono accostato a questa esperienza con la curiosità di vedere “l’effetto che faceva ” farlo una seconda volta. Se possibile, è stato ancora meglio della prima volta, perché ho conosciuto delle persone che mi hanno arricchito molto con il loro vissuto, le loro osservazioni, i loro pensieri. Mentre nella mia volta era un po’ circospetto e sulla difensiva, stavolta mi sono immediatamente sentito a mio agio e ” a casa mia”. Questo Panta Rhei è stato come un atto di gentilezza nei miei confronti da parte di me stesso e delle persone che vi hanno partecipato, un momento di serenità in un periodo davvero molto buio e tormentato per me.
Ho partecipato con tutte le riserve che può avere una persona spaventata all’idea di trovarsi assieme ad altre persone sconosciute ma comunque con una storia più o meno simile. Così tanto dolore tutto insieme mi sembrava un concentrato di sofferenza quasi impossibile da sopportare… e invece lo staff di Soproxi si è dimostrato molto competente, ci ha un po’ preso per mano tutti quanti e ci ha accompagnato in un percorso dal quale personalmente sono uscita più leggera, consapevole e padrona di me e delle mie emozioni… il dolore rimane .. ma non annienta, non uccide, non ossessiona…